PETROLIO – Circolo Gagarin Busto Arsizio, 3 dicembre 2022

Prima volta al Circolo Gagarin di Busto Arsizio, locale che nell’ultimo periodo ha lanciato diverse serate interessantissime alle quali purtroppo non siamo riusciti a partecipare (solo il mese scorso Divide and Dissolve ed il Materia Oscura Festival). Non conoscendo le usanze sul piano orario optiamo per saltare il dessert chiudendo la cena con caffè e macarons della casa prima di avviarci. Lo spazio è molto bello, colorato ed accogliente, bar ottimamente fornito e pubblico sparso. Sodapop a questo giro la servo insieme alla mia fidanzata Jessica, accompagnati dall’amico di lunghissima data Mase, con il quale sparutamente riusciamo a ritrovarci sotto qualche palco. Incontriamo anche Simone Deambrogi di Frequencies, con cui ci si addentrerà in discussioni sulla zona triestina, vini naturali, birre ed alcolici notevoli. Ma siamo qui per Enrico Cerratto sotto le spoglie di Petrolio dicevamo, dopo che Nero Kane sono stati costretti alla disdetta per dei problemi di salute nel pomeriggio. La sala è spaziosa, sul fondale uno schermo per le proiezioni abbastanza lasco e Petrolio, con i suoi marchingegni. Fresco di pubblicazione con La Disobbedienza afferra un marchingegno che pare una via di mezzo fra un vecchio telefono ed un corno, facendo vibrare l’aria e dando il lè al concerto. La materia è noise ma Enrico è parecchio scafato e riesce a dirigerla con dovizia di modulazioni e frequenze intersecandosi con l’immaginario proiettato, tra infanzia, Dio, famiglia e vita passata. È un suono avvolgente che non respinge, evitando quasi del tutto le frequenze più acute per farsi corpo in un vibrato che ci fa ondeggiare (e per qualcuno che decide di accomodarsi al suolo) e cullare. I brani si susseguono in maniera continuativa, come un flusso di materia densa, accompagnandoci nel nostro movimento. Senza vivere di stravolgimenti estremi, con aperture dettate soprattutto dal film che stiamo vivendo come pubblico e verso il quale investiamo del nostro per ricucire i fili di una possibile storia. Un’esibizione immersiva ed intensa, per sonorità che a tratti riecheggiano di analoghe esperienze (essendo a Busto Arsizio non posso non pensare ai diversi progetti di Giona Vinti / Hyena, che in coppia ci sarebbe stato particolarmente bene). Quando il set finisce siamo sazi, storditi il giusto e soddisfatti delle scosse di assestamento ricevute, esploriamo qualche elisir locale e ci ripromettiamo di tornare presto al Gagarin. Oltre all’acquisto de La Disobbedienza Enrico mi fa dono di una sua recente produzione, Soleil Noir insieme ad Anja Kreysing (fisarmonica ed elettronica) ed alle elettroniche di Biban Ristevski. Sarà un piacere ricalarsi in questi percorsi, scuri ma sicuri.