Sono una nostra vecchia conoscenza i Noise Cluster, nome dietro cui si celano Flavio Derbekannte e Arianna Degni Lombardo, solitamente attivi come D.B.P.I.T. e XXena. Perché allora un nuovo progetto? Forse perché c’è altro da dire, soprattutto in altro modo. L’elemento narrativo non è nuovo nell’opera dei due ma stavolta quello che allestiscono è una sorta di radiodramma di fantascienza escapista che alterna momenti in cui prevale la narrazione ad altri dove è la musica, potentemente descrittiva, a far sì che la vicenda avanzi. Ispirato da L’Isola Delle Bambole di Don Julán Santana Barrera, Planet Of The Lost Dolls racconta del tragico tentativo di fuga interstellare organizzato da un uomo per mettere in salvo una misteriosa donna dalle tremende condizioni di vita del pianeta Terra. La forma musicale varia a seconda delle esigenze narrative e pur tenendo il post industrial come baricentro lo declina a seconda delle esigenze del racconto. Sul lato A troviamo orchestrazioni drone per supportare il recitato solenne di A Living Hell, atmosfere sintetiche e cinematiche per la fuga di The Chase, space music nera e sconnessa per A Matter Of Life And Death, a commento del compiersi della tragedia. Sul secondo lato, compreso fra l’inizio serrato e un finale industriale con voci robotiche che cantano Fra Martino Campanaro (!), prevale un’atmosfera dilatata ed evocativa, a tratti addirittura liturgica, che libera dai vincoli della narrazione permette alla mente di vagare in un mondo fluttuante che mi ha ricordato certi racconti Di Philip K. Dick sospesi fra allucinazione e misticismo. Nella tradizione di Luce Sia Planet Of The Lost Dolls è una piccola perla curatissima (belle le grafiche e il libretto con testi e note, cosa rara per una cassetta) che in uno spazio ristretto e con notevole capacità di sintesi mette in scena una storia capace di andare al di là del tempo concessole dal supporto.