La lunghezza non è tutto #7

Il settimo appuntamento di LLNÈT ci vede girovagare fra Italia, Svizzera, Perù, Republica Ceca e States, con nomi piuttosto grossi, ritorni ed esordi. Ma andiamo con ordine…

Dio Drone e Toten Schwan insieme. Respira, il nuovo ep di Petrolio, è un discorso sonoro al seguito della voce narrante del capitolo firmato da AkAb, alias di Gabriele di Benedetto, all’interno del film collettivo Fantasma. Quattro brani, un prologo, un epilogo. Musica torbida come i pulviscoli di materia in un mondo grigio, stralci melodici e granì che sfregano. Una cappa plumbea sotto la quale si percepisce movimento e passione, pressione e fuga. Grazie ad un suono caldo e rigoroso, senza mai essere fuori fuoco, Enrico Cerrato si conferma essere un narratore intenso ed originale. Respira, respira, respira.

Scaly Clays è un brano che parte da un fossile, ritrovato su una montagna che una volta era mare. Non saprei se il fossile l’abbia trovato l’autore del brano, quel Flavio Scutti che conobbi nei Nastro anni fa ed all’interno dell’album dei Totale!, che sono riesntrati anch’essi in questa rubrica. Al momento oltre ad occuparsi di diverse trasmissioni radiofoniche toglie dal cappello 4:20 di magia, tra risonanze trasognate ed arie d’antan, che planano fino a sfiorare un panorama desueto ed in continua trasformazione, nei secoli dei secoli. Una caramella d’altri tempi, nascosta nei nostri vecchi balocchi, che ci porta direttamente in un ambiente dove le ere si mischiano, nuvole di suono e colori tenui che stringono il cuore.

Adele H, da Bergamo, in attesa di un album che vedrà la luce dopo l’estate sotto l’egidia di Ramble Records ci fa dono di Women’s Power. Una voce, un pianoforte, un momento di musica pura e bellissima, a dimostrare come tante volte non serva nulla più che un’idea, l’intensità adatta a sostenerla ed il buon gusto. Rimandata a settembre per il resto del lavoro che si prospetta fin d’ora cosa da non perdere.

Torna anche Bautista, che aspettavo dopo l’exploit di Emoton e la sua trasformazione in un vero e proprio progetto solista di Aaron. Canciones de Amor è da lui autoprodotte e si compone di sei brani. Il suo ricavato andrà a sostenere le spese mediche dell’artista, confrontato con una frattura multipla della mandibola e di due denti. L’esplicitare l’utilità diretta del rientro economico fa onore e dà corpo a queste canzoni d’amore che si sorbiscono a cuore aperto fra chitarre acustiche, struggimenti e beats melodrammatici. Bautista sta cercando un suo posizionamento che potrebbe essere altro rispetto al reggaeton ed alla sua visione urbana e latina. Questo è un primo passo nella direzione, quanto mai reale. Vedremo in cosa si trasformerà la crisalide.

Nebbie ad est: Arleta rappa obnubilata dal fumo, mischiando ceco ed inglese senza soluzione di continuità, voce pastosa, ganci melodici, atmosfere gotiche e dub. Cazzimma a non finire, usa i suoni della lingua portandoci in una labirintica dark room in cui ci prende a sberle con rime drogatissime.
Mai scontata, costruisce ranch country noir psichedelici nella conclusiva Pony Express per quattro tracce che lasciano il segno, brace che continua a bruciare anche sotto la cenere. Korobushka si dimostra label curiosa e potentissima, che avanza senza sbagliare un colpo…a breve toccherà darle un approfondimento per carpire i loro trucchi…

Tornano con un doppio 7’’ i Body/Head della premiata ditta Kim Gordon Bill Nace. Vocalizzi aperti su strali sonori in risonanza, poi ondivaghe ballate d’oltretomba. I brani sembrano essere evocazioni continue con territori e popoli lontani. Grande è l’apertura ed un progetto che poteva sembrare essere nato come puro divertimento lontano dalla contingenza di chiusura sonica si sta trasformando in occasioni per stillare bellezza ad ogni uscita. Nelle intenzioni dei nostri questi brani vivono in quella fase di dormiveglia quando capire in quale condizione ci si trovi non è semplice ne necessario. Per noi risulta essere miele, quindi ben vengano i dubbi sulle condizioni oniriche se questi paesaggi languidi e confortevoli sono i risultati! Produce Three Lobed Recordings, altro nome da appuntarsi ovviamente.

Totale! è stato un progetto che ho avuto la fortuna di produrre con EEEE, scrivendo anche di un altro esibizione al Circolo IAM di Milano in data 12/11/2022. A sorpresa mi giunge quindi questo ep autoprodotte e con una piccola tiratura su nastro. I brani, registrati a marzo, confermano le impressioni avute dal vivo. Il quartetto (al momento sulla barca ci sono Luca Tanzini, Gianmaria Zanda, Damiano Merzari e Vittorio Ondedei) è parecchio in botta motorik psichedelica. I sette brani sono autografati da Tab_ularasa e, con l’aggiunta di una cover di Gigante dei Camillas ampliano ancor di più repertorio e bagaglio esperienza dal quale pescare (anche se qui manca la mano zandiana). Registrato da Andrea Fumelli per poter avere una prova in ottica live si rivela spontaneo, marcio il giusto e foriero di propositi che, se troveranno tempo e dedizioni, non potranno che spaccare gli argini. Qui si gonfiano ritmiche ed impatto, non si può resistere ad immaginario e ad un rògheroll che irretisce…mandiamo a memoria, aspettiamo il prossimo giro e tireremo le prossime somme.

E’ un intro leggero e soffice di chitarra acustica e violoncello quello che mi fa entrare nel mondo di Ginny. In punta di piedi, un voce delicata presenta Platform 8, prima traccia di un EP che si rende, da subito, goloso e invogliante. ‘Cute as a button’, direbbero gli inglesi… Questo è If I’m Not Loving You, un gioiellino tanto troppo breve per le mie orecchie quanto valido in maniera sconvolgente per essere un esordio. Una cover disegnata, in bianco e nero, abbozzata e quasi precaria, che evoca un senso di sogno indefinito per questo EP costruito su 6 tracce una più bella dell’altra. Per me spiccano 5 More Minutes e Till You Said You Liked My Voice – forse perchè mi pare che sposino perfettamente uno stile che mi ricorda il mio adorato Sufjan Stevens – che profumano di viaggio introspettivo, un percorso emotivamente sofferto che l’autrice ha immaginato nel periodo del lockdown. Speranze e incertezze – Back Pocket e Apology Cards – messe in parole e musica che la realtà ha visto poi realizzarsi in disco, con l’aiuto di personaggi musicalmente super come Paolo Spaccamonti – poco più sotto di Sufjan, per quel che mi riguarda – e Vasco Viviani – entusiasta deus ex machina di EEEE, l’elvetica etichetta che ha creduto, a ragione, nel progetto della giovane e talentuosa Ginny.
E’ proprio il caso di ricordare che ‘quality is always over quantity’, anche se, se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, non vedo l’ora di ascoltare anche il buon pomeriggio, buonasera e buonanotte di Ginevra Fenoglio e colgo l’occasione per ringraziare anche io – come ha fatto lei – i suoi genitori per aver dato meno importanza alla sua laurea e più a questo suo ‘hobby’ della chitarra: Grazie Signori Fenoglio! Continua a sognare Ginny e a farci ascoltare i tuoi sogni!