La lunghezza non è tutto #19

Iniziamo questo nuovo percorso fra le fatiche più brevi del momento con un 7” che conferma dalla bontà dei suoi autori. Essaira è infatti un nuovo terzetto, con Paola dei Procrastinators, Gelo e Nico di Buzz Aldrin, Melampus e Stromboli. Dramla è buio totale, speech come giovani Lydia e Kim in un corridoio recuperando vecchie melodie da ubriachi al pub. C’è il giusto gusto, l’onesta del non voler inventare nulla ma del calibrare in maniera praticamente perfetta ronzii e spigoli. Xirxe è vestita di cuoio e le scudisciate tengolo il tirmo insieme ai marchingegni elettronici. Drammatici, credibili e concisi, potrebbero diventare roba da temere seriamente.

Tyto torna con la sua maschera volatile, invita DELLERA nel brano di apertura di questo ep e mette in scena una voce trasfigurata da un mondo fatato sopra i fiati ed i beats colorati e dolcemente drogherecci. Ne esce un pop storto e sibillino con una profondità di groove molto ben orchestratamentre il secondo brano sembra giocare con stilemi più oldies e classici, orschestrazioni e voci d’antan, il beat sempre a guidare una rotta notturna e diretta, rapace. Sul finale un languore jamaicano ma è un secondo. La ripresa rallenta e massimizza l’azione con un ralenty gonfio e ci conferma l’artista mascherato come musicista dal tocco personale ed efficace!

un ritorno fulminante quello di Tab_ularasa insieme agli Sgrollers, per ben dodici brani qui inclusi in virtù del risicato minutaggio (solo 22 minuti la totalità delle registrazioni). Non c’è però il sentore di bozzetti, tutt’altro, le due entità si fondono dando nuovi colori a questa minuscola big band. Musica paludosa e scheletrica, che può svelare toni minacciosi ed oscuri come in una oh corse matte senza gambe, o goccioline di droga liquida regalateci dal sacerdote durante il rito. Concept sulla cenere sembra trasportare i tre musicisti in un ossario rock’n’roll primitivo, dal quale sia stata aspirata la vita e rimanga l’automatismo sonoro e spirituale attaccato alle ossa.

Atay dovrebbe essere il nome marocchino per il proverbiale tè alla menta universalmente noto. In questo caso però sta anche a nominare l’ep di un progetto che in otto anni ha visto la propria line-up modellarsi fino a raggiungere l’attuale equilibrio a quintetto. I Sinnerman mescolano musica nord-africana, bassi, fiati ed elettronica in una mezcla che sembra un dancefloor in continuo mutamento. Tamburi e canti accompagnano la title track, forte di un equilibrio che ne attesta profondità e conoscenza. Le ritmiche si fondono, sciogliendosi in distese dub messicane in MERENDE, ma è l’intero cosmo che sembra essersi trasformato in un guscio cotto dalle alte temperature, finendo a ghignare come iene in una big band jazz. Sarà interessante capire dove si andrà a finire con lavori più lunghi in questo senso.

I losangelini Agriculture li avevo scoperti nel video di Living is Easy che avevano condiviso con i Chat Pile e la notizia che a settembre saranno a Milano con Vespertina non può che farmi felice! Living is Easy parte a botta, cavalcata sinfonica con urla oltre la soglia della comprensione stritolata tanto che sembra essere la versione corrotta di un salmo, novelli Jimi Hendrix in caso qualcuno li stesse ascoltando. Being Eaten By A Tiger è una brutta storia tra fratelli e tigri in un’atmosfera country candida e pulita, mentre In The House Of Angel Flesh è tirata, disperata e lancinante come l’incrocio fra hardcore e metal della miglior periferia, sopra alla quale mettono uno spoken word che risuona assolutamente incomprensibile e che riluce nell’ultimo brano, When Your Were Born.

Quintetto cuneese di area jazz i Corner Gorilla si presentano con cinque brani giostrandosi gli schemi con una sezione ritmica a basso e batteria, tromba, sassofono, flauto e tastiere. Ritmo basso ed intensità, occhio socchiuso da spy movie all’ora dell’aperitivo, quando tutto può succedere, anche che l’incedere viri verso una migrazione rituale a sud. Machine Drum cresce sulla spiaggia, radici volte al Brasile ed alla Nigeria ma rizomi che spingono verso l’r’n’b in un brano che luccica. Un passaggio in crociera, poi un basso che spezza le reni ed irretisce i serpenti richiamati dai fiati in Grande Artista. Track Five spedisce gli standards in una lava lamp, con abiti inamidati e tasche imbottite ad illuminare la notte.

SHHHHHHH! è il ritorno di King Krule dopo lo Space Heavy dello scorso anno. 4 brani per poco più di undici minuti dove in Achtung! Sembra di sentire un cocktail party che sta per finire sommerso dalle acque gorgoglianti ed il nostro si affidasse alle paperelle di gomma per salvare la pelle. Il basso arremba e si fa graffiante in Time for Slurp, con la voce del nostro baritonale e sovrappensiero. Whaleshark è minimale e toccante, mostra il lato indifeso di Archy Ivan Marshall, artista che quando vuole può giocarsi la carta della semplicità illuminando gli spazi con la sua voce ed il suo sax. Di It’s All Soup Now ho una certa idea, aspetterei qualche mese per decifrarla ma a mio parere potrebbe diventare un piccolo grande classico!

Anthropologists Inc. torna con il primo appuntamento del suo catalogo Special.Stage, produzione che vede incrociare le armi fra due progetti, Ahegao Shinji ed elox_. I due progetti sembrano mischiare le proprie forrze in brani che di primo acchitto ci riportano ai gloriosi tempi nei quali Manuel Buongiorni esordì come Musica per Bambini con il clamoroso Nascondino con l’assassino.
C’è poesia, carne mischiata ad una violenza elettronica che sfocia in una sorta di melensaggine pop brutalizzata. Suono urbano, rap futurista, la Cina è vicina e costa solo 5 euro, qui scudisciate e dark room.