L’abitudine è una bruttissima cosa, si tende a dar tutto per scontato, lasciando lì quelle piccole espressioni e quei piccoli gesti, che altri fanno con cura. Pensate ai Califone, siate onesti. Quanti li seguono con costanza come ad inizio 2000? Eppure loro continuano, tranquilli, gocce d’acqua che scavano la pietra. Per la seconda volta ad incidere per la Jealous Butcher Records, che se non è il nome più bello del mondo per una label è di sicuro da Top 5. 9 pezzi in grande spolvero, con i loro toni autunnali, una canzone, McMansions, che potrebbe essere una delle più belle dell’anno. Aperture pop, sentori folk e polvere e sole; del resto per chi si è cibato di carne rossa rossa pisciare fuori dal vaso è quasi impossibile, ed a farlo siamo certi lascerebbe tracce degne di seguito. Ottoni, suonini, un meraviglioso senso di caos organizzato che par d’essere fra le pagine del Parnaso Ambulante di Cristopher Morley o nel gabinetto delle meraviglie di Mr Wilson con Lawrence Weschlerl.
Magia, amore, tempi passati, tabacco e tramonti rossicci in lontananza.
Questo fanno Tim Rutili e compagnia, i nomi son quelli, Brian Deck, Michael Krassner, Rachel Blumberg e Ben Massarella. Anche Laurel Canyon da una mano con i suoi ambienti ed i ricordi del suo glorioso passato. L’atmosfera è rilassata ed intensa, i ragazzi non sono più di primo pelo, tanto meglio, inizieranno lo show 30 minuti prima, ripescando da Villagers e da 25 anni di storia dietro di loro. Bentornati Califone, un saluto al macellaio ed un abbraccio.