La lunghezza non è tutto #4

Rieccoci di nuovo al consueto appuntamento con i formati più brevi ed in singoli recentemente usciti.

Le Boygenius? Due delle mie artiste preferite (Lucy Dacus e Phoebe Bridges) insieme a Julien Baker per un ep di 3 brani, prodromo di un album che dovrebbe vedere la luce nei prossimi mesi. Ripartono dalla storia che le ha formate, quell’indie rock cantautorale che spazio e luce ebbe nei ‘90 e delle quali sono giustamente la punta di diamante attuale. Canto colloquiale e sognante, rintocchi di chitarra, correnti ascensionali ed intime, come la ricerca di una luce che unisca le tre braccia delle ragazze in copertina. Le aspettative vengono soprattutto da un’ampiezza stilistica che viene espressa in questi 12 minuti circa…college rock, folk, spazi aperti, pop che ci si attacca ovunque, tra schitarrate acustiche ed il midwest.

Lila Ehjä da Parigi torna a farsi sentire dopo l’esordio Yö del 2021, album colmo di un oscuro groove come se Miss Kittin si fosse consacrata allo shoegaze. Lo fa con la reprise e di un brano degli Oto, combo ‘80 di Nancy, per 3 minuti praticamente perfetti. Beats in bianco e nero, voce strascicata e sexy, atmosfera decadente e puntellata da grasse linee di basso e brevi sfarzi acuti.

Alessandro Fiori torna con un 45 giri, Trasloco/Passeggiata, dopo lo splendido album dello scorso anno. Due brani in cui una disperata situazione di stallo come quella di un trasloco rivela nodi al pettine duri da districare. Toni che stringono il cuore e gli occhi, perennemente controsole. Passeggiata è candidamente lasciva, fra la sabbia e la voglia di frozen daiquiri, un sogno erotico bruciato dal sole e dal mare.

Dopo la perdita della vita sul pianeta un manipolo di terrestri si avventura su di un’astronave per la galassia, cercando di trovare un luogo dove ripartire. L’ultima uscita dei Laibach, un’ep di 8 brani, segue questo canovaccio, utilizzando l’amore come carburante per la ricerca, ultima forza rimasta al gruppo degli umani. Siamo dalle parti un piacevolissimo suono country, che viene prolungato dalla prima traccia, cantata con maestria e consueta voce profonda da Milan Fras. Nelle successive 7 variazioni, come in un kosmische riddim, si percepiscono brevi variazioni di tono ed effetto, sparizioni vocali, rigonfiamenti e cambiamenti di tensione, per un viaggio che in effetti non potrebbe essere affidato ad un equipaggio migliore, se dovessi scegliere una band che possa garantirmi resistenza e sopravvivenza nello spazio, beh, Laibach è una garanzia strutturale!

I Kovanta ci scrivono direttamente via messenger dall’Irlanda dove, giustamente, chiariscono che il nostro supporto a bands giovani come la loro possano aiutarli a muoversi, favorendo così l’intera industria musicale. Chi sono io per contraddirli? Hanno ragione porca vacca, quindi iniziò a mandare a ripetizione la loro Be my Queen. Siamo dalle parti di un rockazzo supermelodico e catchy che è fatto a dovere, compreso un video che è talmente dentro gli stereotipi del genere da farmi venir voglia di arrivare al deposito legname con una cassa di birra e proprie mi come suonatore di triangolo. A giugno arriverà un ep di quattro tracce, io li tengo lì buoni…

Cambiamo aria, in Sudamerica nel frattempo…Los Crustaceos ed i Miserable dal profondo di Chile e Colombia riversano 6 minuti scarsi di energia in 6 tracce di Hardcore sputato a fuoco, dando l’impressione  di dare tutto fino in fondo fino alle lacrime, e quando la canzone tradizionale prende spazio nell’ultimo minuto beh, le lacrime vengono a noi…

Se Sodapop mi rimborsa il viaggio io un report da Valparaiso me lo farei molto volentieri!