La lunghezza non è tutto #17

Placenta Corporation © è il nuovo parto di Placenta, progetto di Loris Cericola. Esce per la personale Placenta e per Home Mort il nastrino con tre brani ed una intro, per poco più di dieci minuti di suono. Taglio post-industiale con più di uno sguardo verso casa Reznor riesce a risultare personale per l’utilizzo della voce che trasforma i brani in singoli orecchiabilissimi buttati in un’oscurità degna di Shin’ya Tsukamoto. Ritmiche a spron battuto ma che non intaccano la fruizione di brani personali e sciamanici. Iconografia pertinente, immaginario e metodo, ancora una volta quando Placenta colpisce lo fa a fondo.

Da Sad Club Records, piccola etichetta fondata fra Leeds e Londra torna Ellie Bleach due anni dopo il suo ep d’esordio. Un suono pop cantautorale, ricamato e colorato, elegante e cinematico. Ci guida attraverso l’immaginario borgo di West Feldwood presentandocene flora e fauna, con una luce ed un range vocale che riesce a rende la visita pungente e fascinosa. Gli arrangamenti sono prefetti, come una camera elgante stravolta e scoperchiata, alternando momenti più o meno vigorosi e portandoci letteralmente nel suo modno immaginario e sfaccettato. L’ensemble musicale che la accompagna è assolutamente fantastico e riesce a costruire un disco in crescendo, che brano dopo brano porta Ellie sempre più in alto, in un’intensità che nel bailamme di That’ll Show ‘Em e nella conclusiva Now Leaving West Feldwood lasciano a bocca aperta.

Ondakeiki è un nuovo progetto della cricca di Sentiero Futuro Autoproduzioni che da Milano sta ridisegnando una mappa sempre più interessante ad ogni uscita. Power trio con Rella, Nicola e Giacomo impegnati in una sorta di trance dub onirica e volante, voci e suoni a mischiarsi in un viaggio di quasi mezz’ora che risveglia immagini, colori e sensazioni come flash. Poi, d’improvviso, oltrepassata la soglia Nel Tempio Blu, uno scatto ed i beats si intensificano in una danza fra reggae e western. Un suono rutilante e cosmico che mischia psichedelia e Jamaica e che ci porta lontano, Verso Mondi Sconosciuti, Oltre il Fiore Esploso. Canti Vol. I è un viaggio paecchio intrigante da sorbire nel giusto momento, consigliata l’alba in solitaria, ma saprà colpire personalmente ogni ascoltatore. Aspettiamo il secondo?

Non so praticamente nulla dei Lovely Weather, se non che il loro insieme vocale e la musica si mischiano in una sorta di nube colorata che ci riporta indietro a trenta e più anni or sono, nuova testimone di un suono che da anni ormai aleggia fra la punta delle nostra scarpe ed il cielo. Avvolti in questa nube di mistero i nostri si muovono i cinque brani che avvolgono l’ambiente con personalità, tiro ed intensità. L’iniziale melodies che alterna batterie spinte e linee vocali morbidissime, lo scatto indie rock purissimo di this disaster, la delicatezza di so tired. Balance con i suoi rintocchi di acustica iniziali e la gommosità ritmica sembra un incrocio fra Belly e Warpaint mentre la conclusiva dark fantasy è una cavalcata che potrebbe andare avanti per anni, in un eterno finale. Gran bella scoperta, ora dovremo esplorare per cavare qualche informazione in più su questo tempo amabile…

Da Aranno è tornata Ele A, giovane rapper ticinese che sta letteralmente saltando gli step di una carriera che si preannuncia luminosa. Acqua è un’ep di sette brani prodotti da Disse legati da un elemento liquido, che scivola come il flow di Eleonora. Nel primo brano viene citato Muhammad Alì ed in effetti, a sentirla rappare punge come un ape vola come una farfalla viene in mente spesso. Influenze urbane che riportano in una certa Inghilterra in Nodi,una continua alternanza fra rap ed accenni melodici in un lavoro che coinvolge e riesce a suonare sempre fresco e classico nel medesimo istante. Un brano, oceano, condiviso con Nerissima Serpe, amplificando la profondità in un brano atmosferico e toccante. Acqua riesce ad essere variato e fresco, tra una Dafalgan a curare cefalee ed una Neve che ripensa al passato guardando al futuro.

Su Initiate Records la collana Chiaro Scuro che iniziammo a trattare ad agosto dello scorso è andata avanti e di parecchio (mein Schuld, recuperate quanto potete!), obbligatorio quindi chinarsi sull’ultimo numero della raccolta asportabile interamente questo mese, coppia di brani appannaggio di Sebby Kowal, che nel Chiaro gioca con una risacca marina condita da rumori d’ambiente e languori di quella che potrebbe sembrare un’ipotesi amniotica di new age hawaiana. Il lato Scuro invece è una schermatura fioca e con un’idea di tensione, che con il passare sei secondi acquista personalità ritmica e metallica, indurendosi giusto un filo per concretizzarsi un una sorta di lasco dub parecchio intrigante.

Per questo mese è tutto, alla prossima….