Il leader e indiscusso frontman dei Dirty Action torna con un lavoro che fin dalla cover è una dichiarazione d'intenti: un pelo pubico. Affanno D'Artista o artista in affanno? Talvolta il confine tra genio e cretinismo è sottile quanto una sfumatura marrone su di un panno bianco. Certo, Genova non è mai stata parca di interpreti, giocolieri, imbonitori e guaritori: fa piacere che anche oggi le cose stiano così. E' difficile capire cosa si agiti nella testa di Gianfranco/Johnny Grieco: sicuramente è un twist tutto suo. Musicalmente il lavoro è posseduto da una trip-dance spesso circolare ed acida che sta a metà strada tra le messianiche declamazioni dell'ultimo Johnny Lydon e i Vangelis rinchiusi al Cottolengo. Come se non bastasse la cover di Rape Me di Cobain tutta violini e sviolinate è di una ridondaza stucchevole quanto un marshmallow alla brace. Detto questo, non ce la sentiamo di condannare Gianfranco Grieco e il suo affanno d'artista, soprattutto per la contagiosa simpatia che lo accomuna a Krusty il Clown, MGZ e Gabrierle Paolini. Rispetto, per chi non si vergogna a mostrar in pubblico le proprie nudità e deformità.