Nonostante gli illustri nomi che accompagnano il progetto, il lavoro del Lungo Addio risulta fiacchissimo e noioso fin dalle prime note quanto gli squarci quotidiani pennellati da Calcutta o Dente. La voce afona, monocorde e pomposamente impostata di Fabrizio Testa non riesce minimamente ad intrigare o a rendere sopportabili le rarefatte percussioni di Bruno Dorella o gli interventi chitarristici di Xabier Iriondo. Altre volte siamo riusciti a digerire dischi di questo tipo quando i testi brucianti, sarcastici oppure sognanti riuscivano a sopperire le lacune espresse nel resto. Purtroppo in questo CD l’aridità creativa si spinge perfin dentro la scrittura vera e propria e quindi la domanda sorge spontanea: perché? Forse le label Old Bicycle e Wallace desideravano proporre la propria risposta crooner cantautoriale alle già citate star nazionali? Beh, il risultato non è esaltante, sad but true. Proprio a dover salvar qualcosa, spezzeremmo una lancia a favore della grafica, proprio per le belle fotografie. Ma forse è un po’ poco.