Ricominciano per me i sabati sera live al Twiggy, musica indie nel senso letterale del termine nel club di culto varesino. Di scena, in questo freddissimo weekend di metà autunno, sono due gruppi che giocano in casa: entrambi passati o presenti sotto l’etichetta della Città Giardino Ghost Records, varesini sono i There Will Be Blood, varesotto è Giulio Calvino, leader degli Hot Gossip adesso e degli storici e amatissimi Candies, gruppo che, una decina d’anni fa, ha segnato la provincia e non solo con un post rock, allora, all’avanguardia in Italia. Twiggy pieno di gente e di aspettative quindi per quel che si prospetta come uno degli eventi della stagione. Parlerò prima degli head liner, doppia chitarra – anche se una abbastanza scenica più che altro -, basso e batteria improntati ad un brit pop che sembra quasi un tributo a nomi forti della scena indie 90s come Blur e, soprattutto (e anche, a mio parere, un pò troppo sfacciatamente) Weezer. Ci sono le due voci, a volte tre, i coretti, i giri melodici paraculi che ti rimangono in testa in un attimo e che fanno di molti pezzi un singolo fatto e finito, c’è la componente stilistica dei membri della band: abbigliamento e pettinature trendy giuste e un pò differenziate per catturare le tipologie di giovani di oggi. Non male musicalmente, ma soprattutto per giovani figli unici che niente sanno dei riferimenti sovrabbondanti a certa roba straconosciuta che abbassa il livello della qualità sperata. Ed è proprio un peccato sentire gente che si guarda e sussurra “If you want to destroy my sweater, pull my thread as I walk away…” facendola aderire perfettamente a quello che viene suonato on stage. Forse avevo aspettative troppo alte. Chi ha aperto la serata è stata invece una piacevole sorpresa per molti dei presenti. Il power trio dei There Will Be Blood – che probabilmente deve il suo nome ad un bel film di qualche anno fa… si parlava di petrolio gente, niente materiale da Halloween…- scalda nel giro di un paio di pezzi il pubblico: due chitarre e una batteria esplosiva che sparano stomp e un rock vicinissimo al Southern e che pescano a manate dal blues più grezzo e sporco che c’è. Qualche cover proprio dal mondo blues ol’ school resa benissimo e tanto sudore ed entusiasmo in pezzi propri che formano un live sentitissimo e molto coinvolgente. Roba da diffondere, insomma.