Due dischi volanti della musica italiana: Crema e Deian

Torino, Torino galeotta come sempre. Fu sotto la mole infatti che incontrai per la prima volta Deian (in apertura a Nick Cave) e Vittorio Ondedei (che ci spaventò a morte coi Camillas). Ho quindi deciso di unire le ultime fatiche che li hanno coinvolti perché rappresentative dell’espressività della musica in italiano.

Crema – Cinema Soda si rapprende in 11 brani decisi ed ondivaghi, carichi di tensione e fuorvianti. Gioacchino, le Spie, quali sono i buoni ed i cattivi? Difficile a dirsi, di sicuro la mole sonora forgiata da Daniel Gasperini, Enrico Liverani e Vittorio Ondedei sa essere ferro e sa essere piuma; racconta, piccoli quadretti di vita e di provincia, dando aria alla ricetta, con paesaggi assolati e fischi. Difficilissimo collocarli, tanto che nel mediano brano riescono ad inserire romanticità da canzoniere da canzoniere d’altri tempi a fughe craute che spingono su, ai mari di Germania (noi due). Poi malinconia senza noia ma con quell’aria d’antan, cartoline che spezzano il cuore dalla città più brasiliana del Canton Ticino (Samba Lugano) che ad alzare il volume Macarena e Geghegé se la fanno sotto dalla paura!, sganassoni che ogni tanto scappano, scappano come Lepri, che girano e mulinano a velocità alternate, senza che la crema si smonti, fornendoci un dolce goloso.

CREMA: Ciao DEIAN, come stai? Mi racconti come hai fatto a decidere la scaletta dei brani del tuo album? È una scaletta che sale, che scende o che può essere percorsa liberamente?

DEIAN: Ciao a tutti, grazie per la domanda, io bene! Per decidere l’ordine dei brani li faccio combattere tra loro per stabilire una sorta di gerarchia primordiale. la selezione naturale è il principio che domina tutto il processo: i deboli o i troppo sensibili vanno a occupare le zone più sicure, come cuccioli di un wolfpack, mentre i maschi alfa aprono il gruppo. Alcuni, troppo anziani o inadatti, finiscono fuori dal branco e taluni, ahimè, vanno a finire ai margini del mondo, in quel luogo dell’anima in cui giacciono i lupi omega e i brani inediti. La scala scende, percorrerla al contrario reca sventura.

CREMA: Piena di canini, ma assolutamente chiara e nitida. Sento l’odore della preda e gli sguardi generici della fuga riparatoria. Voglio sentirlo!

DEIAN: La domanda che voglio sottoporre all’attenzione di Crema è legata al nome della band. Ma è un test a risposta multipla perchè non so se sono in grado di accettare una risposta che non ho preventivato. Sono tante, troppe domande. – siete consapevoli di essere la risposta adriatica ai Cream di Eric Clapton? Se sì, c’è qualcuno di voi che sente di essere la risposta mediterranea a Donald Trump? E se no, è possibile che vi sia una connection con il brano Ti Spalmo la krema degli Skiantos? Ed infine: volete che ci riferisca a voi come La Crema, I Crema, Le Crema, o altro? E se sì, perchè non no? Potete anche scegliere una domanda tra le varie, se mi sono dilungato. non riuscivo a fermarmi!

CREMA: Hai fatto bene. C’è un filo che le lega tutte. Il tombolo. Arte del ricamo. Clapton Skiantos Trump la Crema, Clapton Skiantos Trump la Crema, Clapton Skiantos Trump la Crema, Clapton Skiantos Trump la Crema… lo senti il disegno che pian piano appare nell’ombra eppur minuscola di un tratto di penna ad inchiostro? Eh poi sì, siamo Crema, l’articolo determinativo è libero, selvaggio puledro nominalista. Vogliamo puntare in alto alto, come gabbiani.

DEIAN: Grazie per la risposta, esaustiva ed efficace. In un ideale confronto elettorale in prima serata con un rivale, che tipo di atteggiamento terreste?

CREMA: Saggio, modulato sull’ imitazione del rivale, filtrata attraverso una solida esperienza mimica e sonora.

Deian – Figure Strane. Ma Deian? Deian, già…si cambia senza cambiare, con la mancanza di tempo ed il Mostro che ci attaccano al pranzo della domenica e potrebbero esserci problemi ci divorassero (in primis perché rischieremmo di non poter finire il disco!) I quadri orchestrali dipinti sono di colori tenui, quasi al tramonto, con un velo di tristezza che riempie il cuore, storie che raccontano di vita, di droghereccio (Adamo è toccante prima di deflagrare in una samba da salotto), di esperienze. Poi si storteggia fra piani ed archi, campane e voli radiosi sopra un Isola in cui non c’è nessuno da salvare, ma i bambini piangono. Abbiamo i Risvegli più belli che esistano, tutti lucine e piste di atterraggio silenziose. Abbiamo, soprattutto, storie e persone, persone di nome Franco, Iari, Deian, Daniel, Vittorio ed Enrico. persone con le ombre, persone che, tramite la musica, ci portano la luce.

 

I dischi di Crema e di Deian sono dischi bellissimi, lasciarli passare inosservati sarebbe da stolti.