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2000 – 2010: non è successo niente?

Ultimamente imperversa l'irritante campagna mediatica che accompagna l'uscita dell'ultimo libercolo del signor Simon Reynolds. Un critico, che nella musica di questi anni vede solo forme di sublimazione della nostalgia di un certo passato musicale. Pare che chiunque parli o pensi di musica ormai ragioni in termini di "ai miei tempi…", quindi la glorificazione di Reynolds appare quantomeno scontata e rivelatrice di un clamoroso deserto percettivo. Costui è uso sparare citazioni dotte per avvalorare le sue banalità, certo che facendo riferimenti a Fukuyama o a Debord si mette al sicuro da eventuali contraddittori, intanto chi legge di musica è incapace di fare le sue elaborazioni a riguardo. Il guaio è che in linea di massima è vero, soprattutto per buona parte dei critici e lettori italiani.

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Magik With Tears e Lisca Records: nuove etichette per nuovi rumori

Giovani label… e vecchie conoscenze. Non che si tratti di un fenomeno solo italiano, ma resta che a volte scava scava quello che si trova in certi gruppi o in certe etichette è quel tizio che suonava in quel gruppo o in quell’altro. Tutto sommato nulla di strano, in fin dei conti se Steve Aoki e i Bloody Beatroots possono vantare un passato da giro hardcore, è altrettanto vero che Philippe Petit faceva uscire dischi noise di tutto rispetto o che KK Null era – ed è uno dei redivivi – Zenigeva. Cercando di dimenticare questo preambolo che sa di polvere, vecchie glorie, attaccamento al circuito, passione e “ragazzini imperituri”, partirei dalla Magik With Tears dietro alla quale si nasconde un personaggio per nulla secondario come Simon Balestrazzi.

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Le origini documentate di una specie rumorosa

Tre brani clamorosi che anticipano nettamente la nascita del noise (così come lo percepiamo con le orecchie di oggi) ai primissimi anni sessanta. Roba di Robert Ashley, Pauline Oliveros e John Cage. Il bello è che, al puro ascolto, non c'è niente che li faccia percepire come antichi, se non fosse per una qualità e una fantasia che spesso latitano nelle produzioni rumorose degli anni recenti. La differenza, comunque, sta soprattutto nel contesto, che, a grandi linee, era dark-apocalittico per il proto-noise di origine industrial, mentre quello degli anni 2000 si propone in linea di massima come una "atroce party music" in salsa do-it-yourself.

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Spasmi da una primavera incombente

I tempi si avviano a diventare disperati ancora più che difficili. Repressione e risentimento la fanno da padroni. Non è più il momento di stare in cameretta a fare il punto a croce (anche perchè te la stanno portando via con tutta la mobilia), né di frequentare i corsi di scrittura creativa all'università della terza età, e neanche di passare mosce serate al clubbino sotto casa. Buttate nel cesso le vostre scorte di anti-depressivi, smettete di ficcarvi le dita in gola per vomitare le scorte di nutella che avete trangugiato, e piantatela lì di regalare soldi al vostro psicologo. E' finito il tempo dell'educazione freddina e di quello snobismo tanto rassicurante.

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