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Massimo Volume o Massimo D’Alema?

Amico cittadino… amico bibbitaro… sai, pensavo che DJ Gruff ha indisputabilmente ragione nel dire che: "un sucker (sacher) resta sempre un sucker (sacher)". Che problema ho con Massimo Volume e cosa mi ha fatto costui per accanirmi con tanta veemenza a martoriare un "cavallo morto"? e poi non era meglio incaponirmi con il più noto D'Alema? No Massimo, non ce l'ho con te e con tutti "quelli come te che ritornano alle tre" a batter cassa laddove a suo tempo vennero pagati a suon di promesse non mantenute, anzi ti dirò, se un tempo come ogni studentello sognavo di farmi la signora Robinson o le amiche della mamma, oggi invecchiando sento di desiderare sempre di più anche le ragazzine, che vuoi farci: "c'avrò la febbre di Woody Allen!".

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ics2010

Things we lost in the fire-starter aka memorabilia di un an(n)o allargato

Prima dello scoccare del nuovo anno, l'impavido Gusmerini offrì un'ardita lista che pose a riflessione de lo miglior materiale che acquisì tramite l'amica fonoteca ed io che a guisa di scudiero, lo seguii oltre quelle colonne d'Ercole che di perfida Albione erano intrise e corrotte, decisi di offrir la mia lista di dischi che in tempi recenti, il critico pusillanime lasciò eroder da le polveri del tempo. Ma noi no! O Duce! Insieme a Barbagli, Santodio e Freghieri ci ergeremo a testimoni delle brutture che la gente vuol dimenticare per causa dell’ennesima cospirazione dei perfidi Mimimmi! E poi O Duce… il presente non è mai presente neanche a se stesso!

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Ocean Music

Ocean Music

O del perdersi e ritrovarsi quando passano le glaciazioni e le ere si consumano come noccioline al circo.
Era il 2003, come dire tanto tempo fa. Internet, si beh ok, lo usavamo. Ma era diverso. Come dire poco sfruttato, elitario, un po' snobby. Ma non piangiamo sul latte versato. Sapete com'era, no? I vostri fratelli più grandi ve ne avranno parlato. Era il 2003 e non ricordo per quale incrocio riuscimmo a portare Paolo di Komakino, una delle migliori fanzine a cavallo del millennio in Italia e uno dei migliori portali oggi per aprirsi il cervello a input buoni, a suonare a Genova. Paolo all'epoca interagiva con Christy Brewster in un duo che si mandava le registrazioni a mezzo posta e implementando i suoni, allora così demodè, della chitarra shoegaze del laziale alle sviolinate e alle voci eteree della scozzese. Con loro, stipati in macchina, un coadiuvatore a sei corde di provenienza mediterranea e un magrolino personaggio francese. Christophe si presentò come il label owner della Ocean, l'etichetta francese che avrebbe di lì a poco editato il disco.

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