Brigid Mae Power – Dream From The Deep Well

L’Irlanda è strettamente connessa con le proprie radici folk ed il ritorno di Brigid Mae Power ce lo conferma. L’opening di I Know who is sick è quanto più fuori dal tempo potessimo sperare come benvenuto. La voce a salmodiare, come verità è come sirena. Musica scarna, suoni limitati al necessario. Poi lo scenario si ingentilisce, arrivano le percussioni, dei cori e rientriamo nel mondo attuale, qualche ricamo di piano per una Counting Down piena e luminosa. C’è una grazia di campagna nella musica di Brigid, c’è la luce e la naturalezza che rende assolutamente credibili le sue canzoni, i suoi vocalizzi e le sue storie, abbinata ad una malia che definisce il suo canto e che richiama la nostra attenzione. I must have been Blind, dal canzoniere di Tim Buckley, è leggiadra è sospesa, quasi fosse opera di creature celesti. Con il passare dei brani si scopre un’autrice in bilico fra tradizione e slanci popolari, regolari con minimi accorgimenti e capaci di trasportarci in un mondo di bruma, di mare e di campagna. Quando gli accordi si stringono ci si raccoglie ed Ashling ne è buona pratica, ma Brigid è capace anche di slanciarsi, allargando le proprie maglie, flirtando con la musica tradizionale più languida come in I’ll wait outside for you. Che altro potremmo aggiungere a questa raccolta? Emozionante, toccante, sincera, si sente tutta Galway, tante lacrime per riempire un mare, una bellezza che sembra pronta a resistere al tempo e ci porterà sempre a guardare su, a nord ovest.