Una tribute band, seppur sui generis, questo è quel che è il progetto messo insieme dai cuneesi Airportman con Tommaso Cerasuolo dei Perturbazione alla voce. Sui generis perché non onora un gruppo in particolare ma un'intera epoca; lo fa senza ricalcare pedissequamente le canzoni originali ma riarrangiandole e armonizzadole in un pop-rock raffinato a base di chitarre acustiche, fisarmoniche, glockenspiel, hammond e banjo che corrono di mano in mano fra gli intercambiabili musicisti (dubito che qualcuno abbia suonato per due brani a fila lo stesso strumento). Tributo a un'epoca che si interseca indissolubilmente con l'esperienza personale dei musicisti e di qualcuno del pubblico, quella dei primi ascolti e delle prime scoperte in ambito musicale, dal calare degli anni '70 a metà degli '80, con qualche fugace puntata più un qua. Inevitabilmente è un concerto che divide in due la platea: chi ha vissuto il periodo e conosce le canzoni godrà di un piacevole amarcord a metà fra nostalgia e scoperta grazie al trattamento subito dai pezzi, rivisti con un piglio che uniforma salutarmente folk (il Nick Drake di Black Dog), pop da discoteca (i Fiction Factory di Heaven) e rock d'autore (i The The di This Is The Day), gettandovi uno sguardo affettuoso e divertito. Costoro sono i più fortunati e manifestano più volte la loro approvazione. Chi come me a quei tempi ascoltava ad andar bene i dischi dei genitori e riconosce solo i brani di maggior successo (una Tainted Love piuttosto energica) o i più recenti, ha la netta sensazione di perdersi qualcosa, nonostante l'impegno di Cerasuolo nel contestualizzare ogni pezzo, raccontando cos'ha rappresentato per lui e per quelli come lui. Per noi resterà un concerto piacevole, caratterizzato da canzoni per forza di cose belle e orecchiabili, magari un po' uniformi nel loro vestito elegante, ma con punte notevoli, come una Speeding Motorcycle in perfetto equilibrio fra la stortezza dell'originale di Daniel Johnston e la versione più rock degli Yo La Tengo o una bella Pets dei Porno For Pyros, cantata all'unisono col pubblico debitamente addestrato. Un'oretta di passeggiata piacevole attraverso un passato recente. Per qualcun altro, molto di più.