Adamennon & Luciano Lamanna – Iris (Souterraine, 2017)

Esordiscono insieme l’etichetta napoletana Souterraine e la collaborazione fra Adamennon e Luciano Lamanna che su questo 12” mettono in comune ognuno la propria idea di oscurità (pare che le musiche siano ispirate alla visione di Suspiria ma non credo che i due abbiano bisogno di alcuno stimolo per alimentare la propria tenebrosa fantasia). La distanza fra il suono barocco e avvolgente del primo e quello freddo e minimale del secondo poteva tradursi in un rovinoso fallimento come in una riuscita compenetrazione: idealmente le melodie d’organo avrebbero potuto conferire colore e profondità all’elettronica ritmica e minimale di Lamanna che a sua volta avrebbe potuto traghettare la recente produzione di Adamennon, incentrata sulla rivisitazione di  certi ’70, se non proprio verso il dancefloor, verso immaginari cibernetici e fantascientifici (giusto per restare in ambito cinematografico). All’atto pratico il disco evidenzia una coesione in buona parte ancora da raggiungere ma con un paio di tracce che lasciano ben sperare nel caso di una prosecuzione del progetto. Del primo lotto fanno parte i brani del lato B: in Ottobre le cadenze techno sovrastano le melodie annullandone il pathos mentre in Nuvola Nera le sequenze d’organo emergono a tratti, ancora una volta rimanendo estranee alla composizione per quanto l’idea in sé non sia male; la conclusiva Fuori Piove è un buon outro, ma nulla più che l’organo che avanza su un leggero sfondo di rumore. Onestamente il lato A aveva fatto sperare altro: dopo il breve intro di Orfeo E Euridice, Arriva il Buio (rivisitazione di un brano di MMXII) enfatizza con sapienza quella vena carpenteriana già presente a tratti nell’opere di Adamennon fra momenti di stasi e visioni di ampio respiro (sempre e comunque su toni scuri) sezionate da battiti robotici; Iris, ossessiva nella melodia e nella freddezza con cui è scandita dai ritmi, è meno elaborata e dinamica, ma riflette comunque un buon equilibrio fra le parti. Capisco che con il vinile sia una menata e non so quanto la cosa abbia senso, ma se vi ascoltate la scaletta in ordine inverso assistete a un crescendo niente male e a una simbiosi che si fa via via più salda. Augurandosi sia un dato che corrisponde alla realtà.