Moe/Gerda – Karaoke (Shove/Wallace/Icore, 2017)

Come spiega la cartella stampa questo 10” tirato in 300 copie ha la funzione di cementare (e in un certo senso celebrare) un’amicizia che dura da dieci anni, quella fra i nostrani Gerda e i norvegesi Moe. Eccoli dunque scambiarsi amichevolmente un brano da reinterpretare: Mucosa (da 3) per gli italiani, Fucked Up Voice (da Your Sister) per gli scandinavi. Non è scontato dire che l’operazione, ad onta del titolo, non si riduce in un banale karaoke: sarà l’affiatamento e la confidenza maturata negli anni ma nessuna delle due band dimostra particolare timore reverenziale nei confronti dell’originale, facendolo proprio e reinterpretandolo con personalità e pure qualcosa in più. Sul lato A i Moe pagano pegno cimentandosi con l’italiano (non che la voce filtrata consenta di capire granché) e procedono per sottrazione – un po’ di velocità, parecchio di volume e distorsione – portando Fucked Up Voice su territori a loro consoni. Con un ‘operazione quasi filologica tirano fuori quello spirito rock presente ma nascosto (sarebbe forse meglio dire sommerso) nel brano originale e lo rivedono alla loro maniera grazie a una sezione ritmica che tira sberle e una chitarra che trapana le orecchie: un po’ meno incisivo di ciò che sentiremo sull’altro lato ma comunque di ottima caratura. Mucosa era in origine un noise rock lento e scarno guidato da un bel basso corposo e sfregiato dal suono lancinante della chitarra che finiva per smaterializzare tutto; nelle mani dei Gerda, che si cimentano per la prima volta con l’inglese, viene inspessito e ulteriormente rallentato fino a diventare un hard-blues metallico che riflette in pari misura sofferenza e furia, come la Rollins Band degli anni migliori che surfa su una colata lavica. I marchigiani non si snaturano, li riconosciamo nella capacità di dare sfumature a un suono che di primo acchito sembra semplicemente ottundente e in quella di tenere insieme brani sempre sul punto di andare in briciole, ma è anche qualcosa di nuovo, un nuovo livello. Con la loro cura Mucosa diventa pezzo ipnotico e annichilente che si impone di prepotenza come uno dei migliori in repertorio. Poteva essere una cosa simpatica e nulla più questo 10” e invece, pur nella ristrettezza di tempo a disposizione, si rivela un disco davvero figo.