Bachi Da Pietra/The Shipwreck Bag Show – Volumorama 3 (Bloody Sound Fucktory, 2016)

La serie Volumorama edita dalla Bloody Sound Fuctory si propone di abbinare ad ogni uscita alcuni dei nomi migliori del giro indipendente non fighetto italiana. Dopo Mombu/Germanotta Youth e Ovo/Cagna Schiumante – che ci siamo persi – facciamo ammenda dedicando spazio alla terza uscita che complica la faccenda operando un gioco della parti che porta Roberto Bertacchini a cantare coi Bachi Da Pietra e Giovanni Succi a prestare le corde vocali agli Shipwreck Bag Show, in un incontro musicale che è anche un incrocio letterario (L’Accademia Svedese ci ha recentemente autorizzati ad usare “letterario” per gli autori di testi di canzoni). Bertacchini si presenta nudo al cospetto dei due Bachi portando in dote la sua Figli Dei Giorni Silenziosi, Succi e Dorella gli apparecchiano una base di batteria pesante e chitarra prima rumorosa e poi bluseggiante su cui mettere in scena il suo flusso di coscienza. I riferimenti sono quelli che già avevamo avuto modo di citare, gli autori meno omologati degli anni ’70, da Mauro Pelosi ai primi Camisasca e Faust’o, ma la cifra stilistica è sua propria e ad ogni manifestazione la magia si rinnova muovendo inevitabilmente alla commozione. Forse ha poco senso giudicare da un singolo brano (tra l’altro in un contesto così particolare) ma trovo Bertacchini nettamente più ispirato rispetto al l’ultimo lavoro degli Shipwreck, quel Don Kixote che nel metterlo a confronto con uno dei suoi probabili numi tutelari ne limitava un po’ la creatività. Nel secondo lato è Giovanni Succi ad entrare nella tana del duo Bertacchini/Iriondo e fra un inizio e una fine stiracchiati ringhia con Roccia l’ennesima dichiarazione d’amore verso il rock’n’roll (un filone così ricco nella poetica del nostro da meritare una trattazione a parte) mettendone stavolta in luce i lati più orgogliosamente sfigati, dalla fatica alla totale assenza di figa, un’anti-epica che lo pone prossimo più a G.G. Allin che non ai Motley Crue. Scegliere fra la muscolarità di Succi e l’esibita fragilità di Bertacchini, fra il blues scuro dei Bachi Da Pietra e il noise difforme degli Shipwreck bag Show sta probabilmente alla sensibilità di ognuno, godere di un divertisesment di classe è invece cosa alla portata di tutti.