Yes It’s Ananias – IV: Turbulence after the crash landing into the fourth dimension (autoproduzione, 2023)

Ero molto curioso di saggiare la musica di Yes It’s Ananias dopo averlo incrociato insieme ad An Moku e nei singoli che hanno preannunciato questo suo quarto capitolo discografico, del quale avevo solo due riferimenti: il pianoforte ed il Messico.

Parte, in una introduzione lasciata alla voce del Capitano Hirz, trasportandoci da subito in un’atmosfera evocativa, memore di oscure colonne sonore e di film del terrore agghiacciante. L’impianto strumentale pianistico di Nicholas Streichenberg, questo il vero nome dell’artista, si esalta in passaggi gravi ed oscuri, che sembrano rimbombare in una speziata solennità. In una Postponed Hollywood Mortinato nella quale si mischiano tragedia e solennità senza pedante drammaticità romantica. La morte sembra aleggiare ovunque, unendo antitesi culturali quali Svizzera e Messico in una blanda mestizia che sembra liquida come sciroppo. Sciami voluttuosi di note ci avvolgono facendoci volare, oppure picchiandoci in capo come nel penultimo capitolo, il terzo, della sua Departitura, suite di circa dieci minuti che deflagra in quelle che sembrano danze di piazza rigorose ed intense, prima di una conclusione che sembra chiudere ricordi e scintillii in un tumulo. Di Clever Manana, ultimo pezzo prima di aprire la seconda lunga suite dell’album possiamo dire che gioca su diversi livelli di tono fra oceani medi e bassi ed acuti che non possono essere che stelle. Arrivinternal si dipana in quattro movimenti, e si corona in melodie topiche che hanno le sfumature degli standard, variazioni che gravitano intorno al concetto di bello, rendendolo sfaccettato e multiforme, con una terza parte (Turbolencias De l
La Vida Real
)dove il fermento ed il carattere ispanico si fanno glaciali. Il finale è un languido registrare di campo, aperto come il cuore di Nicholas.