Il penultimo capitolo della Phonometak Series ospita le gesta di quattro bei nomi dell’improvvisazione, accoppiati due a due. Walter Prati ha in curriculum, fra le altre, collaborazioni con Thurston Moore, Robert Wyatt e Gianfranco Schaiffini (già nel Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza) e il suo sodalizio con Evan Parker (carriera quarantennale al fianco di Derek Bailey e dei più grossi nomi dell’impro mondiale) ha già fruttato diverse incisioni. È invece inedita l’accoppiata fra Lukas Ligeti, che avevamo incontrato in The Williamsburg Sonatas in compagnia di Gianni Gebbia e Massimo Pupillo e il polistrumentista Joao Orecchia, all’opera in vari gruppi e in collaborazione con Joseph Suchy.
La prima coppia all’opera è quella di Parker e Prati, che nel primo pezzo, The Western Front, abbandona il violoncello e si cimenta con l’elettronica. Il risultato è davvero buono, con il suono del sax processato al volo, sminuzzato e mandato in orbita in mille frammenti, come una Bitches Brew ancora più psichedelica, trasposta nel nuovo millennio. Sonanze è un brano più classicamente jazz, col violoncello a fare da valletto a un sax che svaria su tutto il fronte. Sul secondo lato Lukas Ligeti, e Joao Orecchia sviluppano tre brani meno cerebrali dei precedenti, anzi, diremmo decisamente muscolari: dopo l’apertura scura e dolente col drone blues di Andover, la batteria viene lasciata libera di esprimersi con furia quasi hardcore e ottimi feeling, ben assecondata dall’elettronica che l’accompagna attraverso una serie di vertiginose salite e discese. A prescindere da quale dei due lati preferiate (noi optiamo leggermente per il secondo) siamo alla presenza di un disco gran qualità, che conferma il livello di una serie che tiene alta la bandiera della Wallace più sperimentale, quella che amiamo di più.