Valina – A Tempo! A Tempo! (Trost, 2008)

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Mi appoggerò nuovamente al mio tormentone preferito, il grande Pozzetto di Paolo Barca, Maestro Elementare Praticamente Nudista in cui il Nostro recita l'immortale: "…La minchia: chi è? Dove vive? Di cosa si nutre?" mentre la risposta la lasciamo a quelli fra di voi che si dedicano all'ornitologia, spostiamo la domanda sui Valina.
I Valina sono un trio chitarra, basso, batteria, vivono in Austria e si nutrono di post-rock, math-rock e punk, posso vantare di aver preso il loro primo disco in tempi immemori, in quei tempi il profeta narra che fosse frutto della collaborazione fra la Trost e l'allora misconosciuta Conspiracy, l'etichetta belga che oggi è anche la Hydrahead europea che fa sbrodolare voi neometaller con la frangetta (ma pure un po' me che di frangette ne ho solo più sotto le ascelle). Credo che ormai i connazionali di Der Blutharsh e di Kruder e Dorfmeister abbiano un loro seguito all'interno dello stivale, ma se vi fossero completamente sconosciuti è giusto dirvi che si difendono parecchio bene sia live che su disco. Registrati da Steve Albini all'Electrical Audio, hanno esattamente il suono che vi aspettate che abbiano: batteria esplosiva, bassone e chitarra più che mai punkettosa; anzi, forse è quella che nel corso delle uscite è andata ammorbidendosi maggiormente, ma non è l'unica variazione. I Valina si sono raddolciti sempre più, muovendosi verso la forma canzone e così a 'sto giro i pezzi sono quasi sempre cantati, la voce è molto più presente che in gruppi come gli Shellac ed è comunque uno dei piatti principali; in base a questa considerazione sembra buffo ma la timbrica del cantante chitarrista mi ricorda vagamente quella di Mike Doughty (beh, non così esageratamente figa) quindi il mix potrebbe essere math-rock punkegginte ma cantato alla Soul Caughing. I Valina ricordano molto alcuni gruppi minori (tali più per mancanza di fama che per scarse qualità) come quelli del giro della vecchia My Pal God, Ohio Gold e della Action Boy, quindi Dianogah, Hurl, Dis e così via, li ricordano in modo eccellente visto che il suono non ha nessun particolare caduta di stile e qualche bel pezzo c'è. Il loro miglior pregio è l'ascoltabilità, il fatto di fare quello che vogliono e di proporlo al meglio, per altro se avrete modo di vederli live vi renderete anche conto di quanto lo facciano rendere su ogni tipo di circuito; il loro peggior difetto invece è di essere un bel gruppetto che però dopo tre dischi inizia un po' ad avere il fiato corto (corto, non pesante, corto).