Ufomammut – Eve (Supernaturalcat, 2010)

Fa piacere sentire che i più famosi stoner di Tortona non si siano scoraggiati alle soglie del quinto album, ma abbiano spinto, o meglio svoltato, verso spazi aerei più rarefatti, sormontati da vortici esoterici che, molto subdolamente, evolvono le suite verso i monumentali riffs che hanno sempre contraddistinto il suono degli Ufomammut. Il germe Neurot (l’unica etichetta discografica che, per definizione, sopravviverà alla crisi del sistema capitalistico occidentale) si insinua tra le giunture di questo lavoro, suddiviso in cinque movimenti, che inevitabilmente assume la forma di un viatico verso la creazione (o implosione?) del creato. Evocativo come non mai, quasi sinfonico, nella concezione corale del termine, Eve è un lavoro che potrà accontentare diversi palati: dagli estimatori dei Genesis agli amanti della tragedia greca. Raffinato e mai pomposo, il suono si propaga con l’ausilio abbondante di sampling e tastiere vintage senza mai annoiare o risultare ripetitivo. Immaginate gli Hawkwind di Doremi Fasol Latido a dieci giri, e avrete un’idea del viaggio che vi aspetta. Mettetevi il casco. Da speleologi però.