Trans Zimmer & the DJ’s – s/t (Artetetra, 2022)

Prendete Trans Zimmer, compositrice contemporanea di nome Gloria ed unitela con la crew produttiva The DJ’s, riempiteci due nastri ed etichettatela sotto ArteTetra. Facile no? Nemmeno per idea, che la fucina di stili e stimoli contenuti in questa banda è sufficiente a risollevarci il morale o a farci venire il mal di testa. Sequenze, toy music, mixaggi, plastiche e pastiches, chincaglierie a più livelli. Rimane nell’aria un sentore sintetico e finto, quasi il rifacimento in versione casalinga e triviale di partiture più ampie e complesse, come una riduzione in versione pazza di un’altra musica. In realtà però, ascoltando il mondo che viene a crearsi, ci si accorge di quanto queste partiture facciano sovente il percorso inverso, crescendo e trasformandosi da bizzarri giochini in ambienti che definiscono e commentano altro. Rimane intatta la caratura di partenza, che viene anzi amplificata dalla trasformazione. Certo, l’epica ed il trasporto non sono furenti come cari trainati da cavalli imbizzarriti ma, ehi, non preferite anche voi vedere bighe dirette da unicorni variopinti? Colore e pazzia, adagiati su un suono gommoso e caldo, corredato da fischi e fiati, vocalizzi bizzarri ed un’aria da vaudeville uscita da Puppet Masters. A tratti si abbozza una danza soave, come in It Could Happen To You, ma come in altre parti tutto sembra disfarsi al nostro passaggio. Lo scontro è talvolta violento, come quando un muro di archi viene esposto a pennacchi digitali che lo svuotano di senso, trasmigrando il tutto verso un’aerea pop song (Who am I This Time?). Altrove scoppietti e mossette, con un’aria da lustrini ovunque e passi di danza cadenzati. Che dire? Poco a poco questo lavoro folle sulla carta ti porta dentro di sé, quasi avesse le giuste sostanze disciolte fra le note. Pazzi, pazzi Trans Zimmer, pazzi DJ’S, pazzi ArteTetra.