Sudan Archives – Natural Brown Prom Queen (Stones Throw, 2022)

Brittney Parks, alias di Sudan Archives, è ormai nel gioco da cinque anni circa. Da tanto tempo infatti ci ammalia con i suoni del suo violino, della sua voce e della sua ricerca trasversale. Partendo da autodidatta infatti si appassiona di ritmi africani, mixandoli con l’R&B odierno e la black music meno allineata di Stones Throw, etichetta in cui trova casa.
La prima impressione, in Natural Brown Prom Queen, è che stia cercando di far trasparire in una costruzione maggiormente canonica (maggior appeal radiofonico, orecchiabilità elegante) il suo stile. Di primo acchito direi che non c’è nulla di sbagliato qui, se non che Sink ed Athena (suo secondo EP e primo album, purtroppo non sono mai riuscito a recuperare il primo EP omonimo) apparivano maggiormente ricercati, personali ed originali come impostazione.
I ritmi sono ovunque, quando si punteggiano di colori la nostra vince facile, che l’immagine non è quella di cartolina colorata ma di una presenza e di una ricerca onesta e digger sulle fonti sonore. A tratti le canzoni si aprono e sembra sia una prorompente aura naturale a vincere. Ci sono le spezie, ci sono le influenze, e poi ci sono quelle che, alla resa dei conti, sembrano essere canzoni che fanno di un’altra splendida vocalist una possibile regina senza confini. Parto infatti da qui per costruire una mappa che negli ultimi anni viaggia ovunque, punteggiata da Sampa the Great ad Arlo Parks e Jorja Smith, fino a risalire agli esperimenti di Bahmadia con la scena bristoliana anni or sono (cerchi troppo larghi? Forse, sicuramente, ma è tutta roba buona!). Il suono è ampio e sfaccettato, nelle 18 tracce (moltissime, sarebbero secondo me bastate per due album senza nessun tipo di problemi) non ci si annoia di certo, incagliati da melodie super pop come quelle di Selfish pop ma ci accorgiamo fin troppo presto dell’accortezza e della ricerca che c’è dietro ad ogni tappeto, gancio o coro.
Che dire? Questa commistione fra HH, soul, ritmi africani, reggae rimane freschissima, Sudan Archives può fare anche questo tirando a sé fette di pubblico che sarebbero rimaste spiazzate, che so, da una gelida Mind Control di qualche anno fa. Quando un filo d’ansia e di disturbo subentra la cosa si fa molto interessante, come in OMG BRITT, altrove invece, come in ChevyS10 si mischia plastica, lascivia e Balcani. È uno scoppiettio, mille input ed output, noi a sorridere beati tenendo il ritmo con la testa sorridendo beati a Brittney.