The Art of Boo – Kaput (Ruptured, 2023)

Voci, la melodia dei puffi, vociare della folla e collegamenti TV, pazzie al piano ed alla batteria tanto da parer d’essere a rotta di collo nel deserto con Charlemagne Palestine a musicare cartoni animati d’inizio secolo. Un secondo di respiro: dove siamo? Il mondo è quello di the Art of a Boo, alias di Bernard Hage, fumettista e musicista libanese, che commenta e racconta i due anni dal 2019 al 2021, anno in cui lascia la terra natia per Berlino. Kaput è il suo secondo lavoro sonoro dopo un esordio del quale non siamo riusciti a trovare traccia ed è fantastico e tumultuoso nel suo raccontarsi.
A livello tangibile si compone di un poster di 22.5 x 32 cm nel quale due mani si intrecciano e si torcono in maniera esagerata e libera, ed un codice download. Accompagnato da Anthony Sahyoun, musicista che ha curato anche la produzione ed il mix del lavoro, si inerpica in nove brani che riescono a trascendere da origine, politica e tradizione per diventare storia personale ed unica. La perdizione di Exit, secca, amara e dolente, la dedica di Dear Anna, piccolo capolavoro in minore che strugge i cuori ed una Promenade che ondeggia fra le strade proprio come i movimenti delle dita sulla splendida copertina, ad un livello tanto ansiogeno da sembrare quasi una fuga. Il pianoforte permette a Bernard di esprimersi su due registri differenti nel medesimo istante, portando la sua Dolor a diventare un cadenzato percorso basso ed alto, dentro e fuori se stesso, in una desolazione che albeggia. Dawn è invece un’alba sorda che perde poesia per la concitazione, dove beats sparigliano le carte sotto una serratissima corsa ai tasti. Il risultato è un concitato istante che si gonfia di suono rimanendo sbilenco e sporco, come una speranza puntellata dalle mani di una folla. L’esodo finale ci lascia tra le mani le ultime note come granelli di sabbia, figli di un’ispirazione prolifica, sfaccettata e rigogliosa nel rileggere attimi salienti e drammatici di una vita.