Dang Dang – Liar (Autoprodotto, 2023)

È un suono molto lucido e levigato quello dei romagnoli Dang Dang, quello nato in ambienti dove le sale da ballo erano attinenti e si passava senza soluzione di continuità fra musica dance, electro e post punk. L’alternanza fra la voce femminile e maschile amplia possibilità e sfumature, carica ed irsuta quella di lui, flebile e scattante la di lei. Attivi da più di dieci anni danno l’impressione di essere progetto solido e, se per questo perdono qualche grammo di brio, d’altra parte la compattezza dei brani è mirabile. L’utilizzo dei fiati poi riesce a rimescolare le carte ed i suoni in maniera fresca ed energica. Gli anni ‘80 non finiranno mai e questo non è né un bene ne un male, interessante mi sembra invece capire come la visione di un progetto come i Dang Dang possa essere letta, del resto Cate Le Bon ha fatto un disco bellissimo totalmente inserita in quel contesto ed ascoltando il singolo da lei prodotto per Devendra Banhart l’aria di ritorno è forte. Lara Zambelli ha una voce stupenda, fortemente pop ed un brano come Not Safe Enough potrebbe (o poteva) facilmente essere un brano da superclassifica, Fabio Borroni gioca con i toni più epici e The Frost potrebbe uscire dritta per dritta da un film come Ladyhawke.
Più avanti il disco sembra prende una piega differente: After the War inserisce elementi dub, dilata ed appare lo spirito di Madonna che svolazza qua e la.Urla brade dalla parte più scura degli anni ’80 e vapori colorati in Body Reaction per dei brani che funzionano ma forse, a causa del loro minutaggio parecchio esteso, darebbero il loro meglio in versione 12” piuttosto che come parte integrante di un disco. Una sfalciata di diversi minuti permetterebbe loro di essere più ficcanti e precisi. Ad esempio con la non indimenticabile cover del classico righeriano Vamos a la Playa. Di sicuro in sede live saranno autori di uno show trascinante ma questa scelta penalizza la botta dell’album che, se mantenuto sui 40 minuti, sarebbe stata una bomba vera! Da suonare rigorosamente dopo il tramonto, della caldissima estate.