I Tellkujira sono un quartetto atipico, formato dalle chitarre di Francesco Diodato e Stefano Calderaro, la viola di Ambra Chiara Michelangeli ed il violoncello di Francesco Guerri.
Si muovono in ampi movimenti brumosi e romantici, in un campo nel quale collimano paesaggi post-rock, neoclassici ed aerei. Interamente strumentali giocano fra loro creando mondi bucolici od in tensione, senza mai perdere intensità ed eleganza. Il suono è materico, tangibile, grazie alle corde tra le più espressive sentite di recente. Sono attivi dal 2020, nato grazie ad una residenza artistica ad Area Sismica e da allora non perdono occasione di costruire dialoghi attraverso i suoni. Basti sentire tomwaits, che dell’artista di Pomona tienime solo rumore e stortura, quasi a creare un involucro che potrebbe imbestialire ogni voce che avesse il coraggio di poggiarsi su questa traccia. Poi tormenti interiori, moti che vagano negli incontri e per il mondo, cona la capacità di dosare una drammaticità incipiente che non rende faticoso l’ascolto ma ci fa compagnia in un moderato tormento. A tratti par di sentire dei Rachel’s invitati dai the Ex nel loro celeberrimo Instant. Tellkujira è elemento nato dall’unione, Tellkujira è entità che respira e pulsa, Tellkujira è un telefono per chiamare i propri cari defunti o il vento,
Tellkujira lascia immaginare come tutto possa evolvere, esplodere, volare, incontrarsi. Se consideriamo che i suoi componenti, veri e propri arti, cuori e cerebri della creatura, possano muoversi in differenti orbite (ricordiamo gli stupendi McCorman donde toca il Calderano, le collaborazioni con Mazzaloca, Oliva e Giust di Guerri, Dròlo Ensemble per Ambra Chiara ed i quartetti e quintetti con Rava per Diodati) beh, non c’è di che essere felici. 5 brani, non una nota di troppo, brividi che ci accompagnano e sorprendono, come l’instabilità della vita fra un orecchio e l’altro.