Mosaici, tracce e simboli con Alessandra Novaga e Kid Millions

L’ascolto di Sinopia, collaborazione fra due dei più curiosi ed intriganti interpreti di chitarra e batteria, Alessandra Novaga e Kid Millions, mi aveva lasciato più di qualche friccico. Curioso di conoscere come questi disegni preparatori, sinopie appunto, avessero lasciato traccia sul disco recentemente pubblicato da Long Song Records ho quindi contattato via mail Alessandra Novaga e John Colpitts per andare a curiosare fra questi solchi.

SODAPOP: Ciao Alessandra, ciao John! Nel press kit dell’album, Sinopia, raccontate il vostro incontro, una residenza artistica a Capalbio nel 2015, per poi perdervi di vista per sei anni, momento in cui John lesse l’intervista di Alessandra nel libro Common Tones di Alan Licht. Cosa si è riacceso in quel momento? Anche senza incontrarvi vi ascoltavate nelle reciproche produzioni?

ALESSANDRA: Ho sempre seguito i lavori di John in particolar modo quelli in solo. Trovo che la batteria sia uno strumento impegnativo da ascoltare, non sono una fan della musica troppo satura di eventi, ma già a Capalbio rimasi molto colpita dal modo in cui la suonava John, dalla ricerca
dei suoni alla gestione dei colpi che creavano figure ritmiche mai prevedibili o riconoscibili.

JOHN: Siamo stati in contatto negli anni, anche se non in maniera così stretta. Ci siamo parlati qualche volta ma mi sono tristemente perso I Should Have Been A Gardener ed altri lavori. Sapevo che avremmo dovuto combinare qualcosa insieme ma non stavo tenendo il conto molto bene.

SODAPOP: Da quel che ho capito avete lavorato separatamente, con John a suonare sopra alcune improvvisazioni di Alessandra. Alessandra, durante il periodo di registrazioni ti stavi focalizzando su questo lavoro e quindi i tuoi suoni sono andati nella sua direzione oppure hai semplicemente scelto fra i tuoi risultati quelli che più ti sembravano adeguati allo scopo? Sei una musicista prolifica in questo senso?

ALESSANDRA: Un giorno d’estate, mentre ero in vacanza, ho ricevuto un inaspettato messaggio da John che mi chiedeva di fare un disco insieme. Era un momento in cui i voli Europa Stati Uniti
erano interdetti e io avrei preferito suonare insieme così abbiamo aspettato un po’. Appena
hanno riaperto i voli per gli USA io sono andata a New York, dove vive John, per suonare
con Loren Connors e così ho pensato che sarebbe stato perfetto per noi, ma John e la sua compagna stavano aspettando che la loro bambina nascesse, stava proprio per accadere e
quindi John non se la sentiva di lasciare il suo appartamento per cui l’occasione è sfumata;
la bambina è nata e per farlo ha scelto proprio il giorno in cui sono partita ahah!
A quel punto non avevamo altra scelta che registrare separatamente il che mi destava non
pochi dubbi. Alla fine abbiamo deciso che la cosa migliore fosse mandarci reciprocamente
delle tracce improvvisate sulle quali l’altro avrebbe registrato reagendo a quelle, quindi non
sono stati usati materiali già esistenti e poi mixati in qualche modo. John è stato
decisamente più prolifico di me in questo senso, per me era più stimolante suonare sui/con i
pezzi di John in cuffia che suonare delle tracks da sola. Su sei tracce quattro partono da
John e due da me. Quello che ho cercato di fare io, quando ho suonato sulle sue, è stato
indagare una modalità esecutiva differente per ognuno dei pezzi cercando di portarla fino in
fondo. In una suono solo con l’arco, in una non uso neppure la chitarra ma i feedback di un
registratore a cassette, in una, quella in cui la batteria di John è decisamente impegnativa,
ho sentito che potevo opporre solo un drone che parte da zero e cresce cercando di
raggiungere la stessa saturazione di John. Penso sia stata un’operazione piuttosto
concettuale. È stato molto diverso da quello che faccio di solito. Molto.

SODAPOP: John, ricevendo I suoni di Alessandra che tipo di programma ti sei fatto in termini collaborativi? Avevi delle indicazioni, Alessandra ti ha dato carta bianca oppure immaginavi di dare determinate direzioni alle diverse tracce?

JOHN: Inizialmente ho spedito ad Alessandra una sorta di pièce di sound art concettuale, con un sacco di spazio e di suoni strani e bizzarri. Forse sono stato un po`troppo sostenuto nel concept e la cosa non funzionava. Poi il mio computer mi ha abbandonato ed ho perso le tracce separate delle mie sessioni, rimanendo con questi strani, orribili master creati dall’AI di Soundcloud dalla mia parte. Quindi il tutto si stava trasformando in una causa persa. Poi, riflettendo come fosse meglio semplicemente fidarsi senza preoccuparsi del risultato finale, ci siamo tuffati in qualcosa di più libero. Ero alle prese con la mia nascitura quindi non avevo molto tempo per pensare troppo su quello che stessi facendo o sul risultato del mio lavoro. Vivo a fianco di uno studio, quindi mi sono limitato ad entrarci suonando un’ora, un’ora e mezza a settimana. Credo ci fosse stato anche n malinteso su quello che l’album sarebbe dovuto essere. Ne parlammo poche volte..ho sempre immaginato di collaborare su tutte le tracce (o forse mi dimenticai che Alessandra disse di voler collaborare su una traccia o due per poi avere delle tracce in singolo sul disco). Ma una volta ricevute le mie trace decise che tutto il disco sarebbe dovuto essere in coppia, quel che io avevo immaginato sin dall’inizio, quindi chi lo sa! Alla fine ci è uscito benissimo.

SODAPOP: Che tipo di effetto vi ha fatto ascoltare Sinopia una volta uscito? Lo riconoscete come vostro? È un lavoro che vi lascia il desiderio di suonare ancora insieme?

ALESSANDRA: Mi piace molto ascoltarlo, soprattutto perché mi sembra che affiori una me differente da quella che sono di solito e adoro sentire i miei suoni fusi con quelli di John. L’atto creative c’è stato a tutti gli effetti: più concettuale, che fisico, ma decisamente stimolante. La voglia di suonare insieme ovviamente c’è, da parte di entrambi, e quello che potrebbe venir fuori è ovviamente imprevedibile.

JOHN: Ho un rapporto travagliato con le mie registrazioni. Sono molto critico sul mio modo di suonare, quindi meno li ascolto meglio è. Ma quel che è uscito trovo sia eccitante ed inusuale. Stiamo cercando di trovare il sistema per suonare dal vivo insieme, se qualcuno sia interessato ci scriva!

SODAPOP: Se capitasse vi piacerebbe quindi suonare insieme oppure il registrare in solitaria ha aggiunto fascino e mistero a queste Sinopie?

ALESSANDRA: Sinopia è nato così e ha trovato la sua ragion d’essere facendo i conti con quello che avevamo a disposizione, ma nascendo da un gesto improvvisativo non è replicabile. Fascino
e mistero ci saranno anche quando ci incontreremo per suonare insieme perché nulla sarà
preparato ma tutto nascerà dalla magia e dall’ispirazione di quel momento, come sempre
accade quando si improvvisa.

JOHN: Ovviamente ci piacerebbe suonare insieme! Non solo per la musica, ma per la compagnia. È quella che fa partire il tutto in ogni caso!

SODAPOP: Siete entrambi musicisti ed immagino ascoltatori attenti ed attivi: se doveste scegliere un lavoro che preferite uno dell’altra, che scelte fareste?
AL momento cosa state ascoltando di bello?

ALESSANDRA: Come ho già detto amo molto il lavoro di John, difficile dire qual è il disco preferito. Posso dire che ho ascoltato molto Music from the Accident.
In questo periodo ascolto molta musica barocca, soprattutto Bach, soprattutto le Passioni. Sto ascoltando molto anche gli ultimi quartetti di Beethoven. È da più di un mese che sto registrando il mio nuovo album quindi a parte quello che ti ho detto faccio un po’ fatica ad ascoltare musica perché sono molto concentrata sulle mie registrazioni, quindi piuttosto vado verso il silenzio. Ma nell’ultimo mese sul mio piatto hanno girato Still Lives di Marja Ahti, Corner Dancer di Lucy Railton e Music For Open Space di Marta Salogni e Tom Relleen.

JOHN: Ci sono delle qualità meditative ricche ed intense nei lavori in solo di Alessandra ma non credo di averne uno preferito. Sono tutti splendidi per me. I dischi escono in tirature così limitate che non ne posseggo nemmeno uno, Alessandra non mi dice mai quando escono, haha! Anche il disco in coppia con Stefano Pilia, Glimpses of a Day, è veramente splendido. Per quanto riguarda i miei ascolti citerei: AirAir Lore, Billy HarperIn Europe,
Jake Eddy Meets Victor Furtado, Ellen ArkbroI Get Along Without You Very Well e Dorothy CarterWaillee Waillee.

Credete ci sarà occasione di vedere Sinopia dal vivo o rimarrà uno scambio di intenti e musica?

ALESSANDRA: Speriamo entrambi di riuscire a suonare dal vivo!
JOHN: Speriamo, ci stiamo provando!

SODAPOP: Ipotesi: All Tomorrow’s Parties (o un altro festival con ottiche e budget simili) vi offre la possibilità di trasformare Sinopia in una band per un fine settimana di performances. Con che strumentazione e musicisti espandereste il progetto?

ALESSANDRA: Se devo essere sincera credo che, se parliamo di improvvisazione, due sia un numero perfetto. In tre ci si deve conoscere molto bene per non saturare, da quattro in su, per me, è una folla.

JOHN: Personalmente non vedrei Sinopia trasformarsi in qualcos’altro rispetto ad un duo…ma sono aperto ad eventuali suggestioni di Alessandra!

SODAPOP: Grazie mille ad entrambi!

Sodapop il suo l’ha fatto, Alessandra e John sono stati gentilissimi, ora tocca ai promoter ed ai clubs, che la voglia di suonare sembra esplicita e potrebbe trasformarsi in un’esperienza ubriacate e mistica.