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Zippo – Maktub (Subsound, 2011)

Ennesimo misero tentativo di scimmiottare i Mastodon (ultimi) e tutta una certa tendenza stonerevolutiva che nei sopraccitati, insieme a Baroness, High On Fire ed una manciata di altri è stata in grado di rinverdire un genere sterile e povero di idee fin dalla sua nascita nei primi anni novanta. I nostrani Zippo ci provano, si sforzano, si spremono, attingendo ad una tradizione musicale anni luce dalla nostra che, ovviamente in una band di New Orleans o Savannah ha ragion d’essere, mentre in una band italiana (o almeno in questa) non ce la fa proprio.

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Joe Lally: Fugazi, Roma, more human than human

Strana congiunzione astrale quella che fa sì che nell'ultimo periodo siano tornati alla ribalta musicisti o gruppi che ruotano attorno al basso, dai redivivi Primus all'indomito Jah Wobble. E chi se non Joe Lally ci può aiutare a rimanere perfettamente in tema? Conosciuto come bassista dei Fugazi, in realtà quest'uomo ha firmato una serie di progetti paralleli piuttosto interessanti, dai Decahedron ai The Black Sea (in compagnia di Shelby Cinca dei Frodus), fino agli Ataxia con John Frusciante. Oltre alle collaborazioni, forse non molti sanno che Joe ha fin dal 1994 una piccola etichetta, la Tolotta Records, che  fra le poche uscite annovera nomi come Obsessed, Spirit Caravan, Dead Meadow, Sevens (con entrambi i fratelli Sullivan) e Orthlem e con cui ha coprodotto, insieme alla Dischord, il suo ultimo disco. Ammetto che inizialmente non avevo prestato la giusta attenzione al suo lavoro solista, ma mi sbagliavo, infatti, col taglio più jazzy-rock anni '70 dei pezzi maggiormente rarefatti, raggiunge livelli non molto distanti da quelli dei gruppi per cui è ricordato (basterebbe citare Recap Modotti dei Fugazi). Se anche voi fate parte di quelli che hanno pensato che l'accoppiata Joe Lally – Brendan Canty fosse così ben oliata da poter supportare qualunque musicista, forse non rimarrete stupiti dal fatto certe canzoni di Lally potrebbero funzionare anche se fossero suonate semplicemente con il basso e la voce. Dopo essersi trasferito in pianta stabile a Roma, dove vive con moglie e figlia, ci ha parlato di molte cose relative al suo passato, al presente e riguardo alla nuova line up, che fra gli altri comprende il batterista dei mai sufficientemente ricordati Brutopop.

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Rospi In Libertà – 12-21/08/11 Rocca Dei Tempesta (Noale – VE)

Estate non densissima di concerti questa, almeno per noi. Un po’ di vacanze, dai… Certo, qualcosa si è visto, ma alla fine erano quasi tutti nomi già noti e quasi tutte conferme. Lucertulas e Squadra Omega (visti rispettivamente a Trebaseleghe per Cocomeri Sonori e a Verona per il Malalido) si esibiscono su standard ormai acquisiti e a livelli pazzeschi, menter non ci riesce di dare un giudizio sugli Zu 2.0, una volta a causa dell’inascoltabilità del concerto al Neverland, l’altra l’assenza del batterista designato Balázs Pándi (sempre a Cocomeri Sonori) e sostituito da Antonio Zitarelli dei Mombu: bel concerto ma appunto inutile per trarre auspici sul del futuro del gruppo. Dedichiamo qualche parola in più quindi a Rospi in Libertà, festival che si spalma sul secondo e terzo weekend di agosto, dove abbiamo modo di trarre qualche impressione utile dall’esibizione di gruppi che c’interessano.

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Scott McCloud: dai Girls Against Boys ai Paramount Styles, alive and kicking!

Forse non è necessario fare introduzioni, ma visto che nel mondo che è venuto dopo l’esplosione della rete il tempo oltre che scorrere "lungo i bordi" corre molto più veloce e la memoria storica è da sempre quella che è (come forse è giusto che sia), forse è meglio dire prima di tutto un paio di cose. Al di là dei disquisizioni se sia peggio vivere in un eterno presente o essere schiavi di una memoria ipertrofica, Scott McCloud ha suonato in alcuni dei miei gruppi preferiti e ha realizzato alcuni dischi che tutt’ora restano il simulacro dei sogni bagnati di parecchi musicisti della generazione post-hardcore e noise fra tardi anni Ottanta e primi Novanta. Non pago di aver suonato in almeno due gruppi di culto come Soulside e Girls Against Boys (come se i New Wet Kojak fossero da meno…), questo neo papà è al secondo giro di boa con il suo nuovo progetto, i Paramount Styles. Seppur sia passato parecchio in sordina rispetto al potenziale di molti dei pezzi scritti da Scott, i Paramount hanno reso felici molti orfani di quel cantautorato rock "diverso" che in altre epoche aveva reso celebri gruppi come i dEUS (con cui non a caso il nostro eroe aveva collaborato). Purtroppo lo spazio di un’intervista è troppo breve per potersi sbizzarrire a fare domande su ogni singolo progetto, ma McCloud ha anche collaborato a progetti diversi come il gruppo electro-punk Operator, in cui il nostro lavorava in copia con niente poco di meno che Teho Teardo e ha prestato la voce anche al lavoro d’esordio degli String Of Consciousness di Philippe Petit.

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