Tago Fest – 01-03/07/11 Tago Mago (Massa)

Edizione numero sette per il Tago Fest: sarà il settimo l’anno della crisi, come recita il famoso modo di dire? Crisi no, ma certo un po’ di riflusso si fa sentire. A fronte della conferma dei soliti gruppi noti, poche fra le nuove leve lasciano il segno, preferendo adattarsi a stilemi consolidati piuttosto che rischiare qualcosa: onestamente, il quadro che si è visto desta qualche perplessità sulla qualità delle proposte circolanti nella penisola. Ciò tuttavia non toglie valore al festival, anzi, il suo essere, almeno in buona parte, specchio della situazione attuale ne fa un indispensabile strumento di lettura e valutazione sullo stato di salute della nostra musica.

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Spread – Anche I Cinghiali Hanno La Testa (Il Verso Del Cinghiale, 2009)

Intitolare ai cinghiali il proprio CD mi appare come il segnale di un atteggiamento genuino, un approccio spontaneo e senza troppi filtri intellettuali alla materia musicale. Non è difficile incrociare cinghiali dalle mie parti e basta un giro in bicicletta in collina, o una passeggiata in cerca di funghi per incontrare le tracce di questi simpatici ungulati, pozzanghere che fungono da abbeveratoio, il sottobosco rivoltato dai loro nasi in cerca di vermi. Un'animale non troppo fine insomma, che nell'immaginario popolare evoca immagini di forza, appetito, distruzione, intelligenza grezza. Dico questo perché gli Spread, da Bergamo, mi ricordano a modo loro gli aspetti più naif di questo animale, e i boschi dove abita.

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Marc Urselli ovvero il fonico di John Zorn, Laurie Anderson, Lou Reed, Eric Clapton…

Negli ultimi anni è apparso con sempre maggiore evidenza quanto sia importane il ruolo del fonico per la riuscita di un buon disco, così anche i non addetti ai lavori pian piano hanno iniziato a riconoscere e ricordare i nomi di Steve Albini, Steve Austin, Bob Weston, Jim O'Rurke, Jack Endino (spesso anche in virtù della loro carriera parallela da musicisti). Anche in Italia due o tre nomi del panorama indipendente sono saltati fuori dal cilindro molto frequentemente, basti pensare a Fabio Magistrali, a David Lenci e recentemente a Giulio Favero (ed ovviamente in questa sede mi limiterò solo al panorama indipendente). In una nazione dove più di metà della popolazione è ben contenta di avere il governo che abbiamo ed in cui la fuga di cervelli è ormai all'ordine del giorno (anche il mio è scappato parecchio tempo fa e devo dire che la mia vita è migliorata di molto), accade che anche altri talenti prendano armi e bagagli e se ne vadano via così com'è successo anche a Marc.

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chicazzosei

Rock And The City – La Storia Siamo Noi

Sosteneva Lukàcs che il compito del genio è mettere ordine tra le cose, che per deduzione equivale a dire che artisticamente non si crea nulla da zero, piuttosto si tesse una rete di fili già esistenti e pronti a farsi scoprire e connettere all’infinito. Calza a pennello per tanti suoni che c’accompagnano: prima dei Velvet ci fu La Monte Young ma era avanguardia colta e non rock; prima dei fratelli Reid c’erano giustappunto Reed e soci ma non erano pop; l’ambient di Brian Eno lo avevano già in mente i Cluster ma senza l’afflato pastorale in quanto tedeschi inurbati. Si potrebbe proseguire all’infinito, però a questo giro non si parla di corsi e ricorsi storici, bensì di quella sovente benefica patologia che si suole chiamare "revisionismo".

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