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La Batterie – He Ate A Lamp Now He’s A Fan (Cake And Coffee, 2008)

"Una versione spongebob dei Sonic Youth", e stavolta chiunque abbia inventato questa definizione per il terzetto berlinese un po' c'ha preso. Mai vista una pronuncia inglese con un accento teutonico tanto marcato, forse solo Nico ci andava vicino. Idee bizzarre che vagano tra Deerhoof (Jump And Run), un certo amore per le dissonanze: il chitarrista e singer Pascal Aperdannier con la batteria in evidenza di Anne Paschvoss pronta a sfasciarsi da un momento all'altro e la pianola del fratello Mario, sembrano proprio non soffrire la pressione di dimostrare a tutti i costi le loro capacità tecniche. Ecco sì, certi giri rimandano chiaramente ai primi Pavement (Spring, Milk And Die), sebbene in questo caso c'è forse ancora meno voglia di prendersi sul serio.

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Dust Dive – Claws Of Light (Own, 2007)

"Everyday is an indie day" dove era Reagan per Biafra o Sid Migx, ad ogni modo quella è la materia base. I Dust Dive sono americani, ma in un mondo invaso da indie rocker e di "punk take away", potrebbero venire da qualunque posto visto che ormai gli "omini no sso più omini e le donne non sso più donne". Il punto nevralgico in realtà è veramente questo visto che si tratta di indie rock "guitar driven" in stile Matador di qualche anno fa, che siano figli dei Pavement, degli Ugly Casanova o dei Modest Mouse (ottimi gruppi per altro) non credo sia un punto cruciale.

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Mob – Polygon (Quatermain, 2007)

Quando mi capita di immergermi in ben due dischi provenienti dallo stesso sottobosco, mi viene da domandarmi subito quale sia il loro posto lì da loro, riportando, in maniera ignorante e poco chiara, il tutto ad una specie di schema che mi sia più familiare, come quello italiano ad esempio. Insieme ai Death By Kite, i Mob vengono da Copenhagen ed escono per l'etichetta danese Quatermain.

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Liars – Liars (Mute, 2007)

Liquidare questo quarto album dei Liars come il loro album più pop sarebbe fin troppo facile, però essendo questo quarto album dei Liars il loro album più pop, dove pop sta per accessibile, accattivante, melodico, ruffiano, orecchiabile, direi che non c’è altra strada possibile. Quarto album, di cui il terzo per la Mute, e dei tre pubblicati per detta etichetta sicuramente il più Mute oriented di tutti: wave, decadente, accattivante, orecchiabile eccetera. Produzione ai livelli dei Tv On The Radio, con i quali qui e là condivide qualche similitudine, suoni ottimi, rotondi e pieni. Mi piace perché a tratti lo trovo quasi quasi geniale nel suo genere, che poi non so qual è il suo genere in effetti, ma tant'è.

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