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Lola’s Dead – Those Who Read Between The Lines (Autoprodotto, 2011)

Diciamo che, solitamente, quando chi suona decide di cambiare genere, cambia persone con cui suonare. Diciamo anche che ci sono le eccezioni a confermare quelle che si usano dire regole e che io stia per parlare di un quartetto che rientra perfettamente nella suddetta eccezione. I Lola's Dead, infatti, dopo diversi anni di attività sotto il nome Die Fesche Lola (una canzone tedesca che, nonostante sia stata portata al successo da quella gran donna di Marlene Dietrich nei primi anni Trenta, mi richiama un'atmosfera da Oktoberfest in maniera allucinante), hanno cambiato genere e nome mantendo la stessa line up e si sono registrati e autoprodotti un interessante concept EP.

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Ka Mate Ka Ora – Entertainment In Slow Motion (Deambula, 2010)

Dopo l'esordio elogiato da parecchi Thick As The Summer Stars e recensito su queste pagine, tornano i pistoiesi Ka Mate Ka Ora, che per trovarsi non hanno fatto nemmeno tanta strada: due fratelli più alla batteria il vicino di casa. Ci eravamo mezzo infatuati della loro lentezza e loro non fanno altro che ribardirlo con Entertainment In Slow Motion. I riferimenti non variano molto in quella che è la difficilissima prova seconda per un gruppo che pur rimandando a influenze ben note e che non stiamo a ripetere pedissequamente qui (due nomi due per i riferimenti: Gregor Samsa e i sopravvalutati Amusement Parks On Fire) ha la sua discretra personalità.

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Supersilent – 8 (Rune Grammofon, 2007)

Quartetto norvegese attivo da dieci anni ormai, e con alle spalle già un certo numero di uscite, rigorosamente scandite da una ferrea numerazione sequenziale, Supersilent è il frutto della collaborazione tra Arve Henriksen alla tromba, Ståle Storløkken alle tastiere, Jarle Vespestad alla batteria e Helge Sten, conosciuto anche come Deathprod, a suo tempo produttore e collaboratore dei Motorpsycho, a synth ed elettronica.

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Built To Spill – You In Reverse (Warner Bros, 2006)

Premesso che qualsiasi uscita sotto questo nome andrebbe acquistata a scatola chiusa (compreso il tanto criticato Ancient Melodies Of The Future, il lavoro più "normale" dei BTS). Premesso, e mi ripeterò, che senza Built To Spill forse difficilmente potremmo parlare dei grandi Modest Mouse (per inciso, aspettiamo la prossima uscita del topolino modesto che vedrebbe nientemeno che Jhonny Marr alla chitarra!), dei primi Appleseed Cast oppure dei recenti Figurines, ecco che finalmente arriva You In Reverse con la clamorosa cavalcata iniziale di Goin' Against Your Mind seguita da Traces, una canzone dalla melodia perfetta e disperata. Qui la chitarra la fa sempre da padrona rifuggendo la stretta gabbia di un ritornello catchy (Liar). Se volesse, Doug Martsch di ritornelli così, ne potrebbe scrivere anche due al giorno. You In Reverse ascoltato al massimo volume in presenza di un qualche amico rischia di lasciare a bocca aperta più di una persona.

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