Nome sconosciutissimo ai più, Dusted non è altro che il progetto di Brian Borcherdt tastierista e co-fondatore dei ben più famosi Holy Fuck. Se in questa band il lo-fi è calato nell’elettronica sincopata e vintage, in Total Dust l’approccio è radicalmente diverso: lo-fi sì ma intimista e lontano da qualsiasi tentazione da electro loop. A scanso di equivoci, lo preferisco in quest’ultima veste. Borcherdt trova l’ispirazione approdando ad un suono grezzo, con una vena melodica degna di Lou Barlow o di un Jack White in giornata no. …
Cattivo. Brutto e Sporco non so, però secondo me il giro è quello e i suoni delle chitarre quasi garage sono lì a dimostrarlo. Riffs acidi e tirati da un basso che più basso non si può a far da tappeto. Swilson, progetto one man band, non è male davvero, non si riesce a capire da quando è in attività, ma c’è una vocina nella mia testa che continua a dirmi che, tipo Doctor Who, questo tizio ha qualche congegno che viaggia nel tempo e che, in realtà, arriva direttamente dall’Inghilterra glam degli anni settanta. O, a seconda dei pezzi, da quando la prima ondata Psychobilly ha messo radici nella storia della musica. Probabilmente ho dei tratti schizofrenici che iniziano a farsi importanti, ma è anche vero che tra Marc Bolan – Electric Aborigine – e Iggy Pop – White Witch Black Witch – qualcuno ai tempi avrebbe patito della bravura di questo qua. …
Dalla Svizzera con furore. E' proprio il caso di dirlo, visto che mi ero imbattuta in un live dei Peter Kernel un paio di anni fa in quel di Lugano e non mi erano sembrati una band così convincente come questo nuovo disco invece dimostra. Dal 2005 la band cantonticinese – canadese per un terzo, per essere precisi – si cimenta in qualcosa che mette insieme arte e post punk. Per una mini etichetta che sforna poche cose, ma molto interessanti, i Peter Kernel fanno un passo a gamba tesa in casa indie, dove le fondamenta sono a cura dell'avantguarde dei bei tempi andati (ormai good oldies). Penso subito ai Sonic Youth – I'll Die Rich At Your Funeral – o ai Fevedream – Hello My Friend – e non mi mi sembra che ci siano parole migliori per descrivere la tipologia di sonorità che i tre sparano in velocità tra ritmi serratissimi e fraseggi dissonanti – Make, Love, Choose, Take -. …
Gruppo nato da una delle costole degli americani Rollerball (l'ennesimo; D'Annunzio, fosse vivo, creperebbe d'invidia) i Moodring schierano i veterani…
Avevamo incontrato i cinque torinesi (recentemente ridottisi a quartetto) sulla compilation Clouds From The Earth, segnalandoli nel gruppo dei migliori;…
Urticante e spigoloso "blues‘n'crawl" croato di ispirazione palesemente Shellac/Jesus Lizard. Forse un filo troppo simile alle fonti ispirative per non…
Sassofono, effetti e batteria, live nel 2020 a Seine-Saint-Denis, Festival Banlieues Bleues.
Morgane Carnet e Blanche LaFuente.
Qonicho è un'imbarcazione ad effetto…