Mongoholi Nasi – Contusioni (Niente, 2011)

Non poteva mancare un nuovo episodio della saga sonora di Mongoholi Nasi sulla genovese Niente, infatti nel passato il signor Nasi (o il signor Mongoholi?) ha registrato con Maurizio Gusmerini ed Edo Grandi (ovvero gli St.Ride). Contusioni si aggiunge ad una serie di autoproduzioni con questo nome uscite via via negli anni e, pur mantenendo il mistero sulla sua persona, mostra come il percorso sonoro si intrecci solo parzialmente con quello degli St.Ride.

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Joe Lally: Fugazi, Roma, more human than human

Strana congiunzione astrale quella che fa sì che nell'ultimo periodo siano tornati alla ribalta musicisti o gruppi che ruotano attorno al basso, dai redivivi Primus all'indomito Jah Wobble. E chi se non Joe Lally ci può aiutare a rimanere perfettamente in tema? Conosciuto come bassista dei Fugazi, in realtà quest'uomo ha firmato una serie di progetti paralleli piuttosto interessanti, dai Decahedron ai The Black Sea (in compagnia di Shelby Cinca dei Frodus), fino agli Ataxia con John Frusciante. Oltre alle collaborazioni, forse non molti sanno che Joe ha fin dal 1994 una piccola etichetta, la Tolotta Records, che  fra le poche uscite annovera nomi come Obsessed, Spirit Caravan, Dead Meadow, Sevens (con entrambi i fratelli Sullivan) e Orthlem e con cui ha coprodotto, insieme alla Dischord, il suo ultimo disco. Ammetto che inizialmente non avevo prestato la giusta attenzione al suo lavoro solista, ma mi sbagliavo, infatti, col taglio più jazzy-rock anni '70 dei pezzi maggiormente rarefatti, raggiunge livelli non molto distanti da quelli dei gruppi per cui è ricordato (basterebbe citare Recap Modotti dei Fugazi). Se anche voi fate parte di quelli che hanno pensato che l'accoppiata Joe Lally – Brendan Canty fosse così ben oliata da poter supportare qualunque musicista, forse non rimarrete stupiti dal fatto certe canzoni di Lally potrebbero funzionare anche se fossero suonate semplicemente con il basso e la voce. Dopo essersi trasferito in pianta stabile a Roma, dove vive con moglie e figlia, ci ha parlato di molte cose relative al suo passato, al presente e riguardo alla nuova line up, che fra gli altri comprende il batterista dei mai sufficientemente ricordati Brutopop.

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Le Singe Blanc – Babylon (Bar La Muerte, 2010)

Nuova prova discografica per il trio francese di Metz. La ricetta cambia poco rispetto al precedente BaïHo (la recensione è qui). Siamo sempre di fronte ad un enorme groviglio jazz core e punk funk, condito da voci urticanti e spesso volutamente fastidiose (esatta via di mezzo tra i manga e il growl). E se le influenze rimangono le solite, io continuo a sentirci i Ruins e massicce dosi di follia Skin Graft, ad aumentare è la padronanza della materia che porta il gruppo a permettersi qualsiasi cosa gli passi per la testa (accenni surf, movimenti meccanici alla Devo).

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St.Ride – Cercando Niente (Niente, 2010)

Che qui a Genova nascesse una etichetta così interessante non ce lo sognavamo nemmeno: invece Edoardo e Maurizio degli St.Ride hanno spiazzato tutti e nel giro di un anno e mezzo hanno pubblicato ben sei dischi davvero di qualità. A casa loro la fanno da padroni con tre uscite a loro nome, ma non per questo si sono ripetuti nei contenuti, anzi i loro registri si sono allargati e di parecchio: una prima uscita elettronica (Volume 2) poi una, bellissima, fatta di registrazioni di onde medie (Onde) e ora addirittura un disco cantato in italiano con tanto di chitarra e batteria!

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