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Cafeteria Dance Fever – Danceology (Hovercraft, 2012)

Garage quasi tipo Cramps. Suoni sporchissimi che in confronto il tradizionale Lo-fi è una roba passata sotto l’engineering di Brian Eno. Voce alta (non forte, proprio alta come tonalità), volutamente poco curata e vagamente stridula al limite del fastidioso. Questo mi dicono da subito i quattro componenti dei Cafeteria Dance Fever, gruppo di Portland – che sta agli States come a noi Berlino, nel senso che da lì esce spesso la roba che poi diventa trendy in un certo giro e nel giro di poco – che non fa mistero di gradire sonorità retrò-casinare come quelle che a loro tempo potevano proporre i Sonics (ecco, diciamo che un classicone come Psycho, magari anche versione live, può dare un’idea).

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Luca Sigurtà – Bliss (Fratto9 Under The Sky, 2012)

Luca Sigurtà pubblica per la Fratto9 di Gianmaria Aprile il disco solista Bliss, che va ad aggiungersi ad una folta discografia composta da una decina di anni di produzioni in solitaria o in collaborazione con altri (tra cui Claudio Rocchetti, Fhievel, Hue, Andy Ortmann) e uscite con i gruppi Harshcore e Luminance Ratio. I cinque brani del disco non fanno parte del lato rumoroso del suono di Sigurtà, che ultimamente mi era capitato di ascoltare in più occasioni.

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St.Ride: Dadaismo Ligure E Frammentazione

Credo che gli St.Ride (myspace.com/stpuntoride) siano un fenomeno abbastanza atipico in Italia, infatti parliamo di un gruppo sperimentale ormai piuttosto longevo e che pur non essendo mai passato alla ribalta della cronaca musicale italiana, ha sempre avuto uno zoccolo duro di ammiratori. Le ragioni di questi risultati, nonostante lo scarso supporto della stampa specializzata, spesso vanno ricercate oltre che nella continuità anche nel fatto che Gusmerini e Grandi da buon gruppo di "ricerca" non si sono fermati neppure quando hanno iniziato ad ottenere gli apprezzamenti di vari addetti ai lavori come ad esempio Frans De Waard di Vital Weekly/Korm Plastic, infatti hanno continuato a cambiare ed a trasformarsi a ciclo continuo senza per questo dimenticare di avere e di coltivare un loro stile.

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The Dirty Projectors – Rise Above (Dead Oceans, 2007)

Six Pack, Gimmie Gimmie Gimmie, Rise Above, Thirsty And Miserable, Police Story e così via, eh si, i titoli che si leggono sulla copertina del nuovo disco di Dirty Projectors, come è facile intuire, sono proprio quelli di Damaged dei Black Flag. Sull'onda dei ricordi dei suoi ascolti adolescenziali infatti David Longstreth, titolare unico della sigla Dirty Projectors, aiutato in questo disco dai musicisti che lo hanno accompagnato nel suo ultimo tour americano, tenta una rivisitazione del seminale disco hardcore attraverso la lente del suo pop visionario.

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