bonnie_prince_billy_-_lie_down_in_the_light

Bonnie “Prince” Billy – Lie Down In The Light (Drag City, 2008)

One. Two. Three. Four. Sussurrato a battere il tempo. Come il cigolio notturno di un cancello, Un'apertura profetica. Un qualcosa dopo di cui è impossibile non voler vedere cosa succede. E quello che accade è un allegro passo country da strada sabbiosa con la voce piazzata sopra che sembra fischiettare, archi leggeri ad incrociarsi con l'acustica, suono aperto alle modulazioni più alte e versi apparentemente scacciapensieri. Si chiama Easy Does It il pezzo che apre il nuovo disco di Bonnie "Prince" Billy ed in un certo senso è una sorpresa. Intendiamoci, il tutto suona tremendamente inconfondibile, ma lo fa in maniera singolare fondendosi ad un'ironia trascinante. Ironia che altre volte sembrava fare difetto all'autore, con quella sua spinta un po' autoreferenziale.

Bonnie “Prince” Billy – Lie Down In The Light (Drag City, 2008) Read More
joa_boo

Joan Of Arc – Boo! Human (Polyvinyl, 2008)

Ricca ospitata per il nuovo Joan Of Arc (Iron And Wine, Wilco e Bonnie Prince Billy tra gli altri), tanto che ogni brano sembra un po' un mondo a sé; a volte le uscite sotto questo moniker o altri collegati sono così frequenti che risulta difficile seguirne le tracce. Fatto sta che in questi anni i fratelli Kinsella hanno dato luce, quasi sottovoce, ad una diramazione di band dalle quali oggi è difficile prescindere. Joan Of Arc è uno dei progetti più prolifici del trentaquattrenne Tim Kinsella, nato dalle ceneri di Cap 'N Jazz insieme con il chitarrista Van Bohlen poi approdato nei Promise Ring e, successivamente, nei Maritime.

Joan Of Arc – Boo! Human (Polyvinyl, 2008) Read More
scaruffi

Rock And The City – L’Anno Che Venne E Se Ne Andò

Siamo tutti qui – non è il Braccobaldo Show, ma poco ci manca – alle prese col consueto rito, sempre meno divertente, delle playlist di fine anno. Ogni addetto (e una discreta quantità di interdetti) ai lavori si balocca con la compilazione di liste ed elenchi, pronto da qui a dieci anni a rinnegare i suoi dischi preferiti tra le risate generali. Nulla di male, non fosse che oggi, nella confusione delle migliaia e migliaia di uscite (se interessa, ho ascoltato per piacere, gloria o dovere qualcosa in più di un par di centinaia di dischi dell’A.D. 2006, e non la scarico la musica, io), si finisce per focalizzare inevitabilmente una linea di stile o editoriale in ogni caso parziale: chi li ha sentiti TUTTI i dischi usciti quest’anno? Solo Piero Scaruffi, e mica ci metterei la mano sul fuoco (cito spesso Piero perché ad ogni invocazione il Grigis ripone un soldino in un vaso di Nutella vuoto, come fanno le mamme morigerate e prudenti coi figli facili all’ingiuria; una volta pieno, l’intero staff di Sodapop andrà alle Cinque Terre per uno sciacchetrà).

Rock And The City – L’Anno Che Venne E Se Ne Andò Read More
pajo1968mini

Pajo – 1968 (Drag City /Wide, 2006)

Ci sono nomi che spesso compaiono qua e là, quasi per caso e in sordina, poi, facendo un rapido bilancio scopri che questi nomi li ritrovi accreditati in alcuni tra i dischi che più hanno segnato i tuoi ascolti: uno di questi nomi è sicuramente David Pajo, chitarrista eclettico di Lousville presente in gruppi fondamentali quali Slint e Tortoise e, in seguito amico, di Will Oldham con il quale ha scritto qualche manciata di canzoni memorabili. Pur suonando in gruppi così diversi fra loro, negli anni lo stile chitarristico di Pajo è diventato unico e riconoscibile.

Pajo – 1968 (Drag City /Wide, 2006) Read More