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Gretel E Hansel – Follow The Porcupine (Madcap, 2008)

Niente strega cattiva, niente casetta di marzapane, niente di tutto ciò: l'unica favola che troviamo nell'album di Gretel E Hansel è quella campionata o recitata all'inizio della prima traccia. Folk lo-fi come al solito? Più o meno nì, nel senso che il cantato scazzato e svaccato è quello di molti altri dischi Madcap: le melodie sghembe sono sempre le stesse ed anche gli arrangiamenti ben fatti e vagamente Beatlesiani meets Barrettiani o chi ad essi si ispira sono sempre quelli quelli di altri musicisti dell'etichetta del nord-est.

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Yuppie Flu – Fragile Forest (Homesleep, 2008)

Toh. Pensavo di essermi scampato la gag del 2007, il downloadabile disco dei Radiohead, ed ecco che, in un tripudio di fibrillazioni in sync di tutta la blogosfera italica, mi capita sotto il naso il fatto che gli Yuppie Flu si son dati via ad offerta il disco nuovo. Come resistere alla tentazione? Ho qualche euro residuo di transazioni su Paypal, faccio l'acquisto? Beninteso, si può anche prendere gratis, ma com'è, come non è, decido di versare 3€ e sentirmi se si meritano di più o di meno. Con 15€ ti arriva a casa il cd vero col booklet e con 25€ vinci pure la maglietta. L'operazione in se è peggio che sputtanata: alla fin fine, per quanto esclusivo e limitato possa essere il booklet disegnato dal bassista/skater/illustratore Gabbo, un disco italiano in italia dovrebbe rimanere al massimo sui 10€, spese di spedizione incluse.

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Princesa – J.P. (Madcap Collective, 2008)

Come dicevamo, in generale quando si parla di Madcap si parla di folk o comunque di canzoni con tutti i crismi della canzone, affrontati in modo diverso a seconda del musicista ma canzone è e resta. A differenza di Rottin, Princesa si trova in ambiti tutt'altro che lo-fi e parlerei di canzoni ben rifinite, smussate e patinate in modo da essere ampiamente fruibili. Depressione che regna sovrana ma anche stralunamento, alla Nick Drake? Anche, ma direi che soprattutto quando le canzoni rimangono sulla ballata morbida, l'eredità sia quella di Arthur Lee o gente del genere, non dico che sia paternità verificata tramite esame del DNA, magari si tratta semplicemente di aver ereditato quel tipo di stile da altri che qualche bel viaggio sui dischi dei Love, dei Beach Boys e altra gente di quel periodo se l'è fatto.

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Centenaire – S/T (Chief Inspector, 2007)

Devo essere onesto, sentendo melodie facili e giri canticchiabili mi sono subito immaginato fosse la solita menata di disco melodico che è indie perché non riesce ad essere pop per sfiga, ma non è per nulla così. Già al primo ascolto sono rimasto colpito dal gusto nell’uso della melodia a da come dei pezzi scarni in cui solitamente le voci viaggiano su non più di tre o quattro strumenti (e spessissimo senza un vero impianto ritmico). Solitamente poi i gruppi poppettosi scarni oltre a risultare la copia carta carbone di questo o quel gruppo finiscono per diventare tediosi in meno di nulla, invece i Centenaire giocano davvero bene con poche carte ed hanno un gusto che per quel che mi riguarda li fa allontanare dall'aurea mediocritas.

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