I Sin Ropas sono forse il progetto minore ma che con maggiore continuità e linearità d'intenti prosegue l'eredità lasciataci dai seminali Red Red Meat. Senza nulla togliere ai lati maggiormente sperimentali del fondatore Tim Rutili e dei grandi Califone (Deceleration One, a parte), in tour con Wilco da quanto si sa. Forse i Sin Ropas mettono maggiormente l'accento sul lato folk e sulla melodia senza rinunciare alle distosioni tipiche e riconoscibilissime della band di Chicago. Quindi, sì un folk in stato terminale e dal mood sofferente che va oltre e più in profondità della facciata triste da band “pandistelle” (termine rubato a E. Zanotti che lo ha sentito da Federico della Madcap).
Dopo il grandissimo Fires Prizes del 2005 e il sottovalutatissimo Trickboxes On The Pony Line, ecco un altro piccolo capolavoro (dai toni se possibile ancora più lenti) che in poco più di mezz'ora inanella una serie di canzoni (Stolen Stars And light, Folded Uniforms, X For Christmas, Plastic Furs su tutte) con una personalità è un'intensità malata davvero uniche, tanto da far eleggere Tim Hurley a nuovo crooner del nostro peggiore pub. Tanto di cappello, è proprio il caso di dirlo, alla Madcap che, dopo il buon You A Lie di Comaneci, in collaborazione con l'americana Shrug Records (di Duluth) fa uscire una cosetta come questa che può entrare benissimo e già a inizio 2010 nelle playlist annuali, continuamente distratte da altre scintille colorate. Purtroppo non mi sembra che questo progetto abbia avuto sinora le giuste attenzioni, anche perchè, reduci freschi freschi da un loro concerto, la sensazione è confermata ed è quella di avere a che fare con una piccola grande band, oltre che con persone davvero speciali.