Simone Sims Longo – Paesaggi Integrati (Esc, 2023)

Paesaggi Integrati è un disco che, al mio orecchio, nasce dal nulla. Nulla so del passato di Simone Sims Longo e tanto mi basta per essere sorpreso. Inizia come un’elaborazione elettroacustica di una piccola orchestra intenta a suonare della musica bizzarra e fuori dalle ance. Niente cacofonia però, il tutto è perfettamente calibrato e sferzato dalle incursioni elettroniche di Simone, che segnano e marchiano il ritmo, quasi a dirigere l’insieme sonoro grazie a delle lastre che frastagliano la natura stessa del suono. Questa commistione fra suono digitale ed acustico si unisce in un percorso acusmantico in cui perdiamo punti di riferimento e ci beiamo delle sorprese. Che possono essere lunghe tratte di suono spezzato come in Scissione che, lasciando trapelare il legno ad un certo punto, sorprende e lascia intendere come le nostre percezioni possano essere facilmente manipolabili. Ci sono contrappunti, viaggi in oriente e ricami, ronzii e sciami. Un album denso e pieno di specchi, false tracce e spunti. Ci si muove nel campo della musica contemporanea più arzigogolata, ma Simone è molto abile nel mantenere la soglia di orecchiabilità entro canoni molto morbidi ed avvolgenti, oliando le asperità lasciando che il fil rouge dell’esplorazione possa svolgersi senza intoppi ne blocchi. Difficile elaborare paragoni con questo o quell’altro artista, posso dire che la pasta sonora mi riporta quasi ad una visione tomlabiana della musice e che, in alcuni frangenti, i Books di Nick Zammuto e Paul de Jong non sono così dissimili, pur partendo loro da una base musicale maggiormente folk mentre qui a farla da padrone è la musica contemporanea. Con il passare degli ascolti forse il disco risulta essere un pochino prolisso ma è un peccato che si concede volentieri a Simone ed alla sua orchestra (della partita sono infatti 8 elementi quali Filippo Ansaldi al sax, Marta Bernardi al violoncello, Romain Fly al corno francese, Nicolò e Simone Bottasso ad organetto e percussioni, Daniele Danzi alle percussioni ed Emanuele Utzeri al clarinetto), vista la qualità delle magie che questi paesaggi integrati ci svelano.