Juan Wauters – Wandering Rebel (Captured Tracks, 2023)

L’uruguagio Juan Wauters ha diverse frecce nel suo arco. La lingua spagnola che alterna all’inglese, una sensibilità più pop e meno psichedelica rispetto ad un Devendra Banhart (con il quale condivide strumento ed idioma) ed un a capacità di essere fermamente tradizionale ma, allo stesso tempo, trasversale. Wandering Rebel, per la cricca Captured Tracks, è un disco del quale innamorarsi molto facilmente nella bella stagione. Ha chiamato attorno a se amici e colleghi, a giocare sulle bozze da lui preparate a Cabo Polonio. Scogliere, fari, cavalli, foche, covi di pirati. Racconta delle sue giornate in una Milanesa Al Pan che è un inno ai piccoli piaceri della vita ed alla libertà. Usa la voce come una chioccia che scalda, puntellata da pochi accordi mirati, con quella pronuncia scivolata che gli è tipica. Si sente Jonathan Richman, le farfalle, il ritmo basso di certi spazi nel mondo. Quando poi ospita Frankie Cosmos si capisce che il suo modus operandi è quello di aprirti il cuore.vogliamo metterci una versione rap del Bolero? Tiriamo in barca Super Willy K ed è fatta! Poi battitismi, inserti vocali che sembra un’osteria fra amici fini a far salire l’idea che Juan non sia soltanto l’amico giusto della cumpa ma anche un’artista sfaccettato e complesso. Non mi sorprende quindi sia passato dal Busker Festival Luganese qualche anno fa, che i basisti locali a folk e slacker ne sanno un botto. Un’elegantissima ballata pianistica con John Carroll Kirby dimostra che se volesse fare il musicista serio ed emozionante, peso, rimetterebbe in riga parecchi. Ma Juan suona in libertà, fategli fare quel che vuole, ponti orchestrali soporiferi in Carriage, salutare il disco con un bolleggiante rocksteady latino in richieste radio.
Fai quel che vuoi Juan, io sono lo svizzero di Sodapop, ma se c’è rimasto un genoano buono in casa sul podio uruguagio, insieme a Jose Perdomo ed al Pato Aguilera ci sei tu.