Simon Balestrazzi – Pest Exterminator (Ticonzero, 2011)

Come s’intitolava quel film con Mickey Rourke “L’anno del dragone” o qualcosa del genere? …beh, se proprio dovessimo sfruttare il titolo, potremmo dire che questo sia l’anno di Simon Balestrazzi: infatti è stato quasi inarrestabile fra ristampe dei T.A.C. (Tomografia Assiale Computerizzata), dischi in solo e in gruppo. La cosa che trovo parecchio interessante di questo disco è che uno come Balestrazzi, ben ambientato in un presente sperimentale ai massimi livelli, con tanto di collaborazioni con personaggi come Z’ev e dischi che flirtano pesantemente con la musica contemporanea, con questo lavoro sembra voler tornare su di un campo di gioco che ben conosce.
Pur non trattandosi esattamente di un amarcord, sembra quasi di ascoltare un lavoro suonato in gran parte con strumenti analogici o sintetizzatori e l’effetto è marcatamente psichedelico ma parecchio cupo, un po’ come certe cose di del primo giro industriale che, pur venendo ricordate come alle radici del genere, flirtavano fortemente con la musica kraut. Pest Exterminator ha un sapore fortemente anni Ottanta e nelle cinque tracce che contiene non si muove troppo distante da alcuni gruppi ambient piuttosto cupi. Delay, tappeti a drone, feedback appena accennati e tenuti sul fondo ed un gusto per il viaggio tipico di chi conosce bene il terreno che sta calcando. Un disco in edizione ultra limitata che riporta Simon Balestrazzi ad un intimismo al quale non eravamo più abituati, in questo senso immagine di copertina e titolo non credo arrivino proprio per caso.