Sergio Sorrentino – The Theory Of Everything (Autoprodotto, 2023)

Registrato in solitaria il 21 aprile di quest’anno e dedicato alla memoria di John Russell, anch’esso chitarrista, the theory of everything è una fotografia dell’ispirazione attuale del chitarrista salernitano , ma vercellese d’adozione, Sergio Sorrentino. Il disco si compone di dieci improvvisazioni molto diverse tra loro, variabili fra stralci melodici, percussivi e graffianti. Il suono sembra sospeso da tanta solitudine, quasi che l’immagine di coperina, con quel protrarsi di porte, dimostri la lontananza del musicista dal resto del mondo in questo caso, nel pieno di un suo raccoglimento.
Ma qualcosa passa all’ascolto, soprattutto nei silenzi che intervallano grappoli di suono come in doppelgänger. Il fraseggio di Sergio non è mai fine a se stesso ne troppo criptico ma, anzi, riesce a dipingere paesaggi che partono dal western fino a diventare altro, come nella magnifica ed aerea at the same time. È in questi momenti, rispetto a quelli più sensazionali dal punto di vista gestuale, che si percepisce la misura del musicista, nel riuscire a creare mondi ed immagini che non siano unicamente virtuosismi ma riescano a lasciare delle tracce. Quindi ben venga il corpo percussivo di Hit the Road che riesce a distaccarsi completamente dal suo stesso strumento, i fischi invisibili di Whistles ed i languidi giri di last melody.
Sergio Sorrentino si dimostra chitarrista capace e variegato, la teoria del tutto non è risolutiva ma ci dimostra cosa sia in grado di fare, ed è un trattato in cui noi (così come ogni ascoltatore), si terrà stretto il lato musicale a lui più affine. Noi, senza sbilanciarci, possiamo suppore che il giorno in cui Sergio vorrâ isolarsi nella campagna vercellese, con soli campi e vento a fargli compagnia, ci regalerà il capolavoro che stiamo bramando. Di questa sostanza intanto riempiamo bisacce e cuore, che appaga e sferza a dovere.