Il trombone è uno strumento dannatamente materico. Sbuffi, grugniti, strilli, roba selvatica e di pancia, di sudore e di forza. La musica di Sebi Tramontana, siculo emigrato in Germania, è uno spettacolo affiatato. Respiri, scat, urla strozzate e scatti, colpi di tosse, tanto che i primi nomi che mi vengono in mente ascoltandolo sono una coppia di begli sbandati come Paul Lovens ed Eugene Chadbourne. Dopo anni di onorata carriera, escluso Il Giorno Del Santo, mini-album classe 1992, Unfolding to be you sembra essere il primo passo in solitaria, registrato, mixato e masterizzato da Gianmaria Aprile e decorato con una splendida copertina, uno schizzo dello stesso Sebi.
Si sente, c’è spazio intorno a Sebi, l’aria è fesa dai suoi suoni e ne viene riempita, con il corpo di note che resitono barcollando in piedi. Nella title track le sfumature raggiungono vette malinconiche, dandoci registri inaspettati rispetto ad un percorso che vede Sebi razzolare in grasse circonvallazioni free solitarie. Essendo il mio primo approccio ad un musicista già esperto e navigato ho cercato di affidarmi alle mie sensazioni di pelle seguendo le note di We Insist Records.
Trovo insieme qualcosa di atavico, un urlo primordiale che Sebi è in grado di sputare dall’ottone, così come una coolness avvicianabile ad un Duke Ellington, fuse in un blocco che, seppur inizialmente ostico, presto si apre come un fiore colmo di polline.
Sebi prima di arrivare al trombone è passato attraverso lo studio di chitarra e sax: immagino siano state anche queste esperienze ad allargare il suo bagaglio, il suo lato muto, inteso come la capacità di donarci interi ambienti sonori suggerendocene soltanto una parte grazie ad uno strumento solo. C’è molto altro qui dentro, io lo sento, io lo vedo.
Sketches di vecchi cartoons, il circo, gli insetti, pietre di mille colori impolverate, elefanti e scudisciate, Unfolding To Be You è un’esperienza circolare ed unta che potrebbe soffocare ma che, gestita col giusto spirito e del pane buono, sazia e concede la scarpetta finale.
This Is My Morning Song (El Final Del Dia) parte solo voce e chiude il sipario coi brividi, field recordings che entrano come correnti d’aria, trombone a chiosare.
Ci lascia col silenzio Sebi, un silenzio gestito da maestro, su cui ci si immaginano gli applausi delle grandi occasioni.