Ropsten – Alamogordo (Shyrec, 2023)

La musica si muove secondo vie tortuose, collegamenti e sinapsi, ricordi, sinestesie.
Non ho mai visto Westworld, serie tv elaborata da Jonathan Nolan e Lisa Joy partendo da Michael Crichton, ma se dovessi pensare alla prima impressione che mi ha dato l’ascolto di Benidorm, brano di apertura del secondo disco dei Ropsten, è proprio quella di un western truccato, con delle componenti digitali che risuonano come
Poi arriva uno spessore nel suono, colpi pieni di elasticità e pesantezza che fanno del corpo musicale una bella base, piena ed avvolgente: buddhabrot sposa questo incedere con degli slanci chitarristi ci sulfurei ed evocatici. Siamo nel territorio math-rock, genere che viene utilizzato in maniera fantasiosa, equilibrata e mai banale. Quando lo sguardo volge all’oriente si potrebbe leggere il tutto come cartolina, meglio allora catapultarmi nello spazio come Blue Sky Rangers, leggera e spedita. In Milano2 gonfiano il basso e si fanno sornioni, sibilando il giusto per rendere la periferia inquietante quanto basta.
La continuità fra sibili e botti è costante e forza nei Ropsten, che dimostrano di essere una solida e gommosa realtà. Personali, senza grilli per la testa, pronto a sballottarci qui e la.