Red Worms’ Farm + Squadra Omega + A Flower Kollapsed – 23/07/11 Curtarock Festival (Curtarolo – PD)

Fra i tanti festival che si propongono di riempire le lunghe e caldi notte estive nella Pianura, quello di Curtarolo, a due passi da Padova, spiccava per qualità, proponendo fra gli altri nomi quello dei famigerati israeliani Monotonix, gran maestri di live sconci e distruttivi. Giusto per tener fede alla propria cattiva fama i tre bidonano all’ultimo momento, ma vista la scaletta della serata un viaggio nel nord est lo si può fare comunque.
Bisogna dire che la proverbiale laboriosità veneta, virata all’organizzazione di eventi ludico-culturali (come definire altrimenti una evento assolutamente popolare ma che propone musica non propriamente da festa della birra?) dà risultati notevoli: l’area del festival è pazzesca, con due palchi ben attrezzati, stand gastronomici per tutti i gusti (bruschette assolutamente spettacolari tra l’altro), banchetti di libri, dischi e gadget vari (incredibile quello dei device elettronici artigianali), umanità delle più varie, dall’ascoltatore di musica… strana alla famigliola che viene a far due passi.
Le prime note della serata, sul palco allestito al centro dell’area festa, sono a cura curtarock_2011_a_flower_collapsed_foto_di_tmcdegli A Flower Kollapsed: si suona rasoterra, col pubblico a delimitare lo spazio d’azione del cantante, tutto saltelli e corse a ritroso. Movenze un po’ anni ’90 che si sposano a un suono che aggiorna quello della San Diego di quegli anni, caos dal cuore melodico che sentite pulsare nella voce e nella chitarra anche sotto le architetture rumorose disegnate dalla spigolosa sezione ritmica. Non c’è comunque nostalgia per il passato, non ci sono pause, nemmeno quello noiseggianti che troviamo nei dischi e nell’impeto del concerto c’è chi tenta di salire poco agilmente su uno dei tralicci in prossimità del palco, per poi ridiscendere rapidamente… di culo, ma senza danni. Gli altri astanti sfoggiano modi di partecipazione più convenzionali, ma tutti sembrano gradire l’esibizione, in effetti davvero ottima. Ha appena smesso di risuonare l’ultima nota del quartetto trevigiano che un drone ci richiama dalla parte opposta, sul palco principale, dove sta per arrivare la Squadra Omega. Il bello di vedere un gruppo del genere, anche a poco tempo di distanza, è che ben difficilmente si rivede lo stesso concerto, fatto salvo per l’abbigliamento di rito. Stasera, in quartetto con doppia batteria (la stessa formazione di un mese fa al No Fest), il sax fa una rapida comparsa solo nell’introduzione e poi è tutto lavoro di corde e pelli, non troppo estremo e proprio per questo parecchio ipnotico: giri che si ripetono con minime variazioni e naufragano nel rumore, riprendono e si assestano su cadenze che di primo acchito mi ricordano i Pain Teens ma finiscono col diventare un rock’n’roll cerebrale alla Rhys Chatham. A suo modo, psichedelia. Siamo così curtarock_2011_squadra_omega_foto_di_tmcall’atto conclusivo della serata, col gruppo incaricato di rimpiazzare i Monotonix; i Red Worms’ Farm su disco non li ho mai amati, ma dei live ho sentito dire grandi cose: stiamo a sentire. Si presentano come provenienti da Tel Aviv e anche se non c’è controprova, la presenza del pubblico sotto al palco non è inferiore a quella che ci sarebbe per una star internazionale. Comunque sia, rock’n’roll doveva essere e rock’n’roll è: i tre suonano a mille, e fatti salvi alcuni inserti elettronici piuttosto truzzi che fanno tanto pènc-fènc fuori tempo massimo, macinano musica sparata e poco cantata, noise di provincia di quello buono, con le due chitarre che si combinano senza far sentire la mancanza di un basso e canzoni ben fatte, mai troppo lunghe, piacevoli anche per chi gli ascolta per la prima volta… e mi sa che sono il solo. Il pubblico conosce i pezzi a memoria, qualcuno, a giudicare dalle reazioni entusiaste dei presenti alle prime note, dev’essere un vero e proprio hit: il bello del giocare in casa. Ammetto che alla lunga, il tutto dura circa un’ora, un po’ finisco per annoiarmi: le soluzioni sono limitate, ma evidentemente sono l’unico a pensarla così perché nessuno si squassa fino all’ultima nota. Sicuramente i Monotonix avrebbero fatto tutt’altro spettacolo, ma a giudicare dal numero e dalle reazioni del pubblico non si può parlare di un gruppo di ripiego: la scelta dei sostituti è stata vincente e la serata decisamente riuscita.

(foto di TmC)