Palehound – Eye On The Bat (Polyvinyl, 2023)

Ellen Kemper e la sua cumpa son tornati già da un paio di mesi ma, complice la miopia dei DJ’s non me ne ero accorto. Già, fra le migliaia di dischi ci sta che possano passare sottotraccia, non avendo mai fatto il botto che forse, ad un certo punto, ci si aspettava da loro. Però però però, hanno grinta, voce graffiante, presenza e tiro. Che gli manca? Nulla, da quasi dieci anni ce la raccontano, con una duttilità che trasforma la frontwoman da slacker confidenziale a botta Hardcore (ascoltatevi il tiro di the Clutch). Personali, rielaborano il passato storico degli ultimi ormai 40 anni, proseguendo un percorso che dai Pavement abbraccia anche Neil Young, una certa Suzanne Vega, risultando onesti, sinceri e quasi agresti rispetto alla Yonkers dalla quale provengono. Tirano e strizzano la coperta indie rock da tutti i lati, spremendo piccole chincaglierie elettroniche in U Want It U Got It. L’impressione generale che traspare dall’ascolto di Eye On The Bat è quello di maturità, personalità e coerenza. Prodotto dalla stessa Kemper e pubblicata dalla benemerita Polyvinyl è una certezza; certo, bisognerebbe che ad ascoltarla siano un branco di 16/18enni per vedere l’effetto che fa, intanto questi splendidi trentenni continuano a suonare la giusta facendoci ondeggiare il capoccione, che non è poco.