Oort – Psalm (Jungle Gym, 2024)

Dopo aver trattato Purity eccoci invece al secondo parto della coppia, che appare beatamente entusiasta nella sua offerta sonora. Psalm, a differenza di sorella purezza, parte con una sorta di sinfonia solenne, fra scampanellii e suoni che si slabbrano apertamente, immagini di mucche al pascolo e di vita all’aria aperta nella quale fiati ed arie siano stati inseriti a fin di disturbo studiato. Il secondo brano invece ha una verve da rock catacombale e dark, quasi la coppia stesse visitando loculi umidi per i corretti rituali, finendo invece in una sorta di stasi tropicale. Nel terzo brano ci si ricollega a livello sonoro a Purity, con quella che sembra la sonorizzazione di un fuoco, tra scintille, crepitii e fiamme che serpeggiano. Quasi si stesse preparando un incendio od un’atto fisico di dimensioni ragguardevoli. Il crescendo è tale che si aspetta unicamente il punto di rottura, con una convivenza di suoni naturali e sintetici che portano ad ipotizzare un incontro fuori contesto fra le due forze, oppure il trascinamento forzato di una di esse nel campo dell’altra. Ma i due musicisti, Nicholas Remondino e Michele Anelli sanno perfettamente come dosare le forze e producono un insieme di messaggi che il nostro cervello decodifica come credibili impasti elettroacustici. Tanto basta per sottolineare Oort parecchio in grande, sperando in produzioni con tirature all’altezza della loro offerta.