Dopo sette settimane passate a contatto con indigeni Teko e Wayampi nella Guyana Francese No Tongues hanno rielaborato gli stimoli chiamando a se 4 amici (Loup Uberto, Linda Oláh, Isabel Sörling, Elsa Corre) ed aprendosi ad ogni tipo di mezcla.
Il risultato è sorprendente per freschezza e sangue, utilizza crepitii e vagiti per un risultato presumicale e tumido. È un suono spontaneo, che potrebbe quasi far spavento ad ascoltarlo con attenzione. C’è il rituale, la crescita, la scoperta, la paura e la follia. Linda Oláh trasporta Ovo e jazz sotto le fronde, Isabel Sörling si esibisce invece in un soffio che sa di risacca. Ognuno degli ospiti caratterizza un terreno che i No Tongues mantengono fertile ed irrorato. La foresta si allarga, abbraccia la Bretagna ispanica con la voce di Elsa Corre, il cioccolato e la regina di Spagna, per finire in una fanfara dimessa e cicaleggiante. Loup Uberto riecheggia con un lingo che abbraccia l’italiano ma come se a masticarlo fosse uno scat man costretto fra le sabbie mobili. La musica dei No Tongues è musica soul perché risulta essere espressione immediata della propria esperienza, in cui le mani ed i corpi dei membri del gruppo si limitano a trasportare sbuffi, scariche, battiti, per un ambiente caratterizzato dal ricordo e dal vissuto.
Brillanti nella loro spontaneità.
