Everest Magma – Alto/Piano (Maple Death, 2022)

Ok. Prendetelo con le pinze, ma l’inizio è pop. Saliscendo di chitarra, teiera, voce smossa in italico idioma. Everest Magma (aka Rella the Woodcutter per intenderci) è cambiato, trovando quella che sembra un’intersezione fra Aldo Becca e Luca Galizia, come un’opera architettonica astratta in mezzo ad un prato. Una strada che sicuramente parte da molto più lontano (personalmente continuo a vedere in queste diagonali una forte componente kinselliana dai Joan of Arc, uno dei progetti meno blasonati che ha cambiato molte di queste espressioni). C’è però una componente ambientale molto importante, un rurale che diventa quasi grottesco a tratti, come in Trecca, una libertà in cui sento quasi aria Palustre fra le ciocche delle vacche. Alto/Piano del resto è il titolo, posizione che permette una visione d’insieme distaccandosi dal caos. Sciabordii quindi, UFO, vociare, la limpidezza delle corde che schioccano. Brani che sanno di pane e di alpeggio, ma c’è spazio anche per della ascese ascetiche come Ramo e Via, con rimandi a Claudio Rocchi ed agli anni ‘79 ma a che delle belle scorze che il nostro amico Jandek apprezzerebbe parecchio. La voce e le liriche sembrano essere mutevoli e spontanee, utilizzate in differenti registri e magiche nella loro scioltezza.
Etereo e concreto nello stesso tempo, completamente fuori dal tempo, Lascia potrebbe essere un brano medievale dalla magia che esprime, ho idea che tra di noi ne parleremo negli anni…una vera sorpresa, non mi aspettavo nulla del genere ed è stato un piacevolissimo ceffone! Materiale da far girare liberamente e da approfondire in un secondo momento…cercheremo di sicuro il nostro Federico per meglio capire le coordinate nelle quali si è mosso. Per il momento quindi puntina bassa e canticchiare bucolici alle finestre invernali.