Newdress – Newdress (Kandinsky, 2010)

newdress2010

Quando si infila nel lettore un cd che si presenta così ben confezionato (illustrazioni di Mirko Pellizzoli, packaging e grafica elegantissimi in linea con l’etichetta), lo si fa con la più o meno inconfessata (nessuno è troppo orgoglioso della propria superficialità, no?) speranza che il contenuto sia all’altezza del contenitore, per potersi quindi poi abbandonare serenamente ad un (a quel punto) giustificato feticismo… ecco: non è questo il caso, decisamente. Mannaggia. Marzoli, Vianello (entrambi già Transea e Noir: dal '95 in pista) e Mambretti mortificano le orecchie con un andazzo da rock italiano metà/fine '80 (quando si cercava da più parti di digerire il non più ignorabile contesto wave, malshakerandolo con pulsioni canzonettistiche nel tentativo di indirizzarlo verso le platee sanremesi) che nei momenti migliori fa rimpiangere Garbo, e in quelli peggiori precipita l’ascoltatore in un incubo in cui i primi Litfiba e il Mango più delirante, amanti, cospirano per rubare i segreti del successo "gggiovane" ai Subsonica. Per intenderci: se il revival '80 proseguirà acritico, indistinto e indisturbato, i Newdress potrebbero davvero finire dritti-dritti al nostro bel nazionàl Festivàl. Professionalissimo quanto terribile, e versi come "non è facile bypassare l’energia" lasciano il segno. Ridatemi anche Sandy Marton, a questo punto.